I carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Paternò, supportati dai colleghi dello Squadrone Eliportato “Cacciatori di Sicilia” e del Nucleo Cinofili di Nicolosi hanno arrestato in Biancavilla il 43enne Pietro Pastanella ed il 57enne Alfredo Cavallaro, entrambi del posto, perché ritenuti responsabili in concorso di detenzione illegale di arma clandestina e del relativo munizionamento inoltre, soltanto per il più anziano, hanno proceduto anche per il reato di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. Nel quadro delle attività di contrasto al fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti coordinate dal Comando della Compagnia i militari, nella mattinata di ieri, si sono recati nell’abitazione rurale dei due uomini, sita in Contrada Pruvulara Scirfi nelle campagne del biancavillese.
I militari hanno dapprima avuta la presenza del Cavallaro che, appreso della necessità di effettuare una perquisizione e visibilmente preoccupato alla vista dei cani antidroga, ha preferito consegnare spontaneamente -per limitare i suoi futuri gravami con la legge- un sacchetto di cellophane contenente circa 20 grammi di cocaina, nonchè due involucri in alluminio contenenti circa un grammo di marijuana. Nella comunque inevitabile successiva perquisizione i militari hanno trovato anche due bilancini di precisione quindi, grazie alla loro perseveranza nella ricerca, hanno trovato abilmente occultata in un’intercapedine del soffitto una busta contenente una pistola marca Sig Sauer cal. 9, completa di due caricatori con 9 cartucce ciascuno. A questo punto il Cavallaro, in relazione all’arma ed al munizionamento, ha riversato ogni responsabilità sul proprietario dell’abitazione, il Pastanella appunto, che dal suo canto ha invece riferito ai militari d’avergli messo gratuitamente a disposizione l’utilizzo dell’abitazione da circa due anni. Successivi accertamenti hanno poi evidenziato che l’arma è clandestina, poiché non censita sul registro nazionale delle armi. I due arrestati, espletate le formalità di rito, sono stati tradotti presso il carcere di Ragusa in attesa delle determinazioni dell’autorità giudiziaria.