È stata un’assemblea consiliare aperta ai Consigli comunali e dei sindaci del versante nord ovest dell’Etna e arrabbiata, quella che si è riunita ieri pomeriggio nel Cine teatro comunale di Bronte. L’assemblea è stata convocata dal presidente del Consiglio comunale di Bronte, Nino Galati, per difendere il territorio dal piano della nuova rete ospedaliera siciliana, che vede l’ospe – dale Castiglione Prestianni di Bronte, relegato a “Presidio di area disagiata” con appena 20 posti di Medicina, una Chirurgia ridotta e un Pronto soccorso. Alla fine i rappresentati dei Comuni hanno deciso di sottoscrivere un documento e chiedere di essere ascoltati dalla Commissione regionale alla Salute, dall’asses – sore Baldo Gucciardi e dal presidente Rosario Crocetta, affinché l’ospedale venga considerato di montagna e quindi mantenuto di “base”. “Diversi autorevoli tavoli politici ci hanno promesso il potenziamento della struttura a parole. – ha affermato il sindaco di Bronte, Graziano Calanna – I fatti hanno dimostrato altro”. “Bisogna riavviare i lavori al più presto – ha affermato il sindaco di Randazzo, Michele Mangione – L’ospedale di Bronte non è più importante di quello di Paternò, quello di Bronte però è più distante da Catania”. Son intervenuti i consiglieri comunali di Bronte Ernesto Di Francesco (presidente della Commissione sanità), Maria De Luca, Massimo Castiglione, Antonio Petronaci, Carlo Castiglione, Valeria Franco, Gaetano Messina e Giuseppe Di Mulo. Con loro Carmelo Giarrizzo di Randazzo e dei presidenti dei Consigli comunali di Bronte, Randazzo e Maniace, rispettivamente Nino Galati, Nino Grillo e Salvatore Pinzone Vecchio. Una buona notizia è arrivata da Salvatore Papotto (Cgil), che ha annunciato che i lavori all’ospedale riprenderanno, ma troppe volte questa promessa non mantenuta. Giuseppe Gullotta (Unione nazionale consumatori) ha chiesto l’istituzione di un tavolo permanente con la Regione. “E da 11 anni – ha aggiunto il sindaco di Maniace, Nino Cantali – che trattiamo lo stesso argomento”. Il sindaco di Cesarò, Salvatore Calì, anche a nome del collega di San Teodoro, ha sottolineato: “La politica ha abbandonato il popolo. Il prossimo incontro deve essere a Palermo. La salute non si tocca”. L.S