L’antica tradizione della «doppia sepoltura», tramandata a Bronte da cinque Confraternite ecclesiastiche e da privati titolari di alcune cappelle, non può essere più praticata. Lo prevede un’ordinanza del sindaco Graziano Calanna emanata a seguito di tre note inviate al comune nel 2015 dai Servizi di Igiene dell’Asp di Catania e del locale Distretto sanitario. Le Confraternite destinatarie del provvedimento sono: Gesù e Maria (Santuario Annunziata), Santissimo Sacramento (Chiesa Madre), Terz’Ordine Francescano (Cappuccini), San Carlo Borromeo (Chiesa della Catena), Maria Santissima della Misericordia (Parrocchia San Silvestro); e, ovviamente, i proprietari delle cappelle. «In questo Comune – scrive nell’ordinanza il sindaco – le Confraternite assicurano agli associati, i “confratelli”, il servizio funebre e la tumulazione in loculo colombario all’interno delle cosiddette “chiese” (cappelle, ndr) di proprietà delle Confraternite poste all’interno del cimitero comunale». Sempre Calanna aggiunge: «È pratica consolidata da decenni che l’accesso della salma al loculo all’interno della “chiesa” avviene oltre 18 mesi dal decesso dopo che il feretro è stato deposto in un colatoio, una nicchia con fondo in terra chiusa con una lastra di marmo e ricavata sotto il pavimento di una specifica cappella ove il feretro è sistemato in posizione inclinata verso il basso. Tali modalità – precisa Calanna – sono state praticate anche in casi di sepolture private». In sostanza, alla presenza dell’ufficiale sanitario veniva eseguita un’esumazione straordinaria, i resti del defunto venivano avvolti in un sudario e trasferiti in una cassa di zinco idonea per la tumulazione negli antichi loculi. Il sindaco Calanna, però, a seguito delle tre note pervenute al Comune dall’Azienda sanitaria a febbraio e marzo 2015 (sindaco Pino Firrarello) e della riunione da lui tenuta con le Confraternite il 12 ottobre 2015, con l’ordinanza n. 4 del 12 gennaio 2017 ha autorizzato il «trasferimento in altra sepoltura delle salme in atto deposte nei rispettivi “colatoi” delle confraternite» e vietata la prosecuzione delle «doppie esequie». Le antiche cappelle ecclesiastiche delle Confraternite, quindi, allo stato sarebbero inutilizzabili per nuove sepolture, perché inidonee alla tumulazione dei moderni feretri, e nelle stesse condizioni versano alcune cappelle gentilizie e private. L’abrogata consuetudine, infatti, coniugava la tradizione con l’uso di numerosi posti-salma, perché consentiva l’utilizzo di strutture cimiteriali preesistenti ai regolamenti di polizia mortuaria nazionale del 1990 e comunale, risalente al 1982. «L’anno scorso – conferma il sindaco – abbiamo deliberato l’ampliamento del cimitero (a destra in un’immagine tratta da Google) con l’intervento di privati, tramite project financing per 8 milioni di euro. Nel nuovo piano delle opere pubbliche che adotteremo, però, insieme al Consiglio comunale valuteremo ipotesi alternative». Il 24 gennaio scorso, tuttavia, al Comune è pervenuta una proposta di project financing da parte di un’impresa di Bronte, per la realizzazione di nuovi loculi, come si apprende da un decreto sindacale firmato giovedì scorso dal primo cittadino. «Con questo atto – dice ancora Graziano Calanna – ho nominato l’ingegnere Salvatore Caudullo, capo dell’ufficio tecnico, responsabile di procedimento per valutare il progetto di finanza propostoci, ma, come vi ho anticipato prima che firmassi questo decreto, l’ipotesi privata non è la sola che valuteremo con il nuovo piano». Luigi Putrino Fonte “Giornale di Sicilia” del 07-03-2017