Visto le bizzarrie del clima degli ultimi mesi non poteva esserci conferenza dal tema più attuale. L’Istituto “Ignazio Capizzi”, in collaborazione con le Giacche verdi di Bronte e la fondazione “Manfred Hermsen Stiftung”, nella palestra dell’Ipsasr (Istituto professionale per l’Agricoltura e lo Sviluppo rurale) ha organizzato il convegno dal titolo “Qualità del suolo e cambiamenti climatici”. A relazionare è stato il prof. Paolo Guarnaccia, docente di Agricoltura biologica del dipartimento di Agricoltura, Alimentazione ed ambiente dell’Uni – versità di Catania. Ospiti della dirigente del Capizzi, Grazia Emanuele, anche il coordinatore delle attività delle Giacche verdi di Bronte, dott. Andrea Aidala, e Stefanie Hermsen della fondazione “Mhs”. Presente il sindaco, Pino Firrarello che aprendo i lavori ha affermato: «Se oggi il mondo è allarmato a causa dei cambiamenti climatici è chiaro che ci sono dei colpevoli. L’evoluzione e le innovazioni certo fanno parte del progresso che non può essere arrestato. Cosa saremmo oggi noi senza le innovazioni? Il mondo deve andare avanti. Determinate abitudini però è necessario correggerle. E noi per primi dobbiamo fare la nostra parte. Dobbiamo far sì che Bronte venga considerato un paese verde. Del resto – conclude – abbiamo boschi bellissimi che altri Comuni ci invidiano». «Abbiamo fortemente voluto una collaborazione con l’Istituto agrario – ha aggiunto il dott. Aidala -. Il futuro di questo pianeta è legato all’agricoltura. I cambiamenti climatici impongono urgenza. Bisogna ricreare quell’equilibrio distrutto da comportamenti sbagliati».
Ed il prof. Guarnaccia è stato chiaro fin da subito: «Fitofarmaci e meccanizzazione pesante in agricoltura stanno danneggiando il pianeta e noi. Un miliardo e mezzo di persone si ammalano perché mangiano male. Dobbiamo rivedere il sistema di produzione alimentare. Oggi l’agricoltura è causa del 25% della formazione dei gas serra. Convertire questo sistema vuol dire produrre un effetto positivo sulla salute e sulla qualità del suolo. Un territorio sano resiste a tanti effetti nocivi come i fenomeni di erosione o la desertificazione. Ma questo processo positivo può attuarsi solo se ci riforniamo dai piccoli produttori e non più dalla grande distribuzione. Ben venga una Bronte verde. Ben venga l’agri – coltura di precisione che recuperi le produzioni locali. Esiste il mondo della sostenibilità. Attuiamolo, tenendo conto delle esigenze delle famiglie e dell’ambiente». Fonte “La Sicilia” del 21-10-2021