BRONTE. Bronte non sembra essere tanto più diversa dal ragusano o da Paternò dove le forze dell’ordine in passato hanno fatto emergere casi di caporalato, con gli operai sfruttati e sottopagati. L’Inps di Catania insieme con i carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Catania e dal Comando Stazione carabinieri di Bronte, infatti, ieri mattina hanno effettuato un vero e proprio blitz nelle campagne della città del pistacchio, dove in questo momento si raccoglie il prezioso “oro verde”. In particolare i carabinieri ed i funzionari dell’Inps hanno effettuato controlli mirati in 3 aziende abbastanza grosse, scoprendo complessivamente che ben 23 operai che lavoravano in nero e di questi ben 3 erano addirittura minorenni. Inoltre altri 14 “somministrati”, ovvero lavoratori che sono assunti con una particolare forma di contratto, erano irregolari. I carabinieri stanno verificando se, con gli sviluppi delle indagini , emergono responsabilità di natura penale a carico dei titolari delle aziende che dovranno pagare sanzioni salatissime. Ad ogni azienda cui è stato provato il fenomeno del lavoro nero i carabinieri hanno comminato sanzioni per 62 mila euro che si sommano ai circa 11 mila euro di contributi recuperati dall’Inps. Il sindaco di Bronte, Graziano Calanna, ha espresso un plauso per l’operato dei Carabinieri, ritenendo quella del lavoro nero una piaga da debellare. Anche il direttore provinciale dell’Inps, dott. Gaetano Minutoli, ha espresso soddisfazione per gli esiti dell’attività ispettiva effettuata che dimostra la presenza dell’Inps nel territorio. L.S. Fonte “La Sicilia” del 13-09-2017