Il primo Comune della ex Provincia di Catania a porre il problema dell’accoglienza dei migranti è stato Bronte. Il sindaco Graziano Calanna, nello scorso febbraio, avvertendo il rischio che, oltre a quelli già presenti nello Spraar, nella sua città arrivassero troppi migranti, richiamati dal proliferare di iniziative private di accoglienza, decise di scrivere al Prefetto. Nella missiva il primo cittadino sottolineò che Bronte aveva già, appunto con lo Spraar, “dimostrato di essere un Comune accogliente” e che la sua cittadina “non era idonea, sotto il profilo sanitario e delle istituzioni scolastiche per ospitare un elevato numero di migranti”. I consensi politici all’analisi furono “bipartisan”, se è vero che la missiva fu quasi per intero riletta in Parlamento dall’on. Rampelli. Il deputato di “Fratelli d’Italia – An”, infatti, nell’interrogazione al ministro Minniti, fece riferimento a Calanna, che è del Pd, per sottolineare come “i Comuni garantiscono una accoglienza cui dovrebbe farsi carico l’intera Ue”. Ma l’arrivo di nuovi migranti è alle porte. “Per questo – afferma Calanna – il Prefetto ha chiesto a noi sindaci di compiere un maggiore sforzo, chiedendo ai Comuni che ne sono privi di aprirne uno ed a chi come Bronte già lo ha, di allargarne la capacità di accoglienza”. Idea che ai sindaci sembra piacere di più rispetto alle iniziative private. Io ringrazio il Prefetto per la sensibilità e condividendo la sua linea, prendo atto con dispiacere che non venga coinvolta nei processi decisionali. Per questo ho chiesto la convocazione di un tavolo di concertazione fra Prefettura, Anci e Regione. L’arrivo dei migranti è un argomento fin troppo delicato per non essere trattato fino in fondo. Fonte “La Sicilia” del 25-04-2017