Il problema sembrava essere risolto grazie alla sinergia con l’ospedale di Biancavilla, invece si è riproposto in tutta la sua drammaticità. L’ospedale di Bronte vivrebbe ancora una volta il dramma della carenza di anestesisti. A lanciare l’allarme è il presidente del Comitato a difesa dell’ospedale, Biagio Venia: “Dopo la protesta del sindaco di Randazzo, Francesco Sgroi, –ha affermato – ed un successivo vertice in ospedale fra i sindaci del comprensorio, il problema sembrava risolto. Invece nei giorni scorsi ho appreso che la carenza di anestesisti al “Castiglione Prestianni” è tornata ad essere drammatica. So per certo che ci sono stati momenti in cui ha operato un solo medico ed addirittura ci sarebbero stati altri momenti in cui l’ospedale sarebbe rimasto totalmente senza servizio. Ne ha fatto le spese un paziente, assistito in Pronto soccorso, che ha dovuto attendere ben 7 ore per poter essere trasferito in quanto c’è un solo anestesista per il Punto nascita. Così i pazienti non hanno la disponibilità dell’anestesista rianimatore per le urgenze. Ho apprezzato l’interessamento dei sindaci, ma è bene che tengano sempre vigile la guardia – conclude Venia – siamo stanchi di denunciare sempre le stesse criticità». «Ci siamo trovati all’improvviso in grave emergenza – spiega il direttore del dipartimento di emergenza, dott. Giuseppe Rapisarda – ma abbiamo già risolto il problema. A seguito della sinergia con l’Unità operativa di anestesia dell’ospedale di Biancavilla, il problema degli anestesisti a Bronte sembrava risolto. Dei 6 medici in servizio però all’improvviso ben 5 sono stati costretti ad assentarsi per esigenze di salute. Ripresentandosi l’emergenza, abbiamo deciso di stipulare un nuovo protocollo d’intesa con l’ospedale Cannizzaro di Catania e da domani (oggi per chi legge, ndc) i turni saranno nuovamente coperti, permettendo alle Unità operative di riprendere la consueta attività».
Per Biagio Venia però la carenza cronica e ripetuta degli anestesisti non sarebbe il solo problema: «Mi chiedo – infatti conclude – se il nostro Pronto soccorso abbia preso in cura qualche paziente risultato positivo al Covid. Il Castiglione Prestianni, infatti, non è un ospedale Covid. Non vorremmo che con l’esaurimento dei posti in provincia si finisca per assistere pazienti contagiati anche qui». Su questo, però, l’Asp replica in maniera categorica: «Assolutamente no! – infatti risponde – i pazienti che giungono in emergenza vengono sottoposti a tampone nella camera calda prima dell’ingresso in Pronto soccorso. Quelli risultati negativi hanno immediatamente accesso in ospedale. Per i pazienti positivi è individuato un percorso assistenziale dedicato ed il trasferimento nella camera grigia. A Bronte, ovviamente, ci sono stati casi di pazienti trasferiti nella camera grigia, ma mai ricoverati in ospedale». Fonte “La Sicilia” del 01-02-2022