Uno scenario disastroso che prevedeva la totale distruzione di un vasto territorio lungo la valle del Simeto da Cesarò fino a Catania e che imponeva un enorme spiegamento di forze per mettere in sicurezza agricoltori, allevatori e semplici passanti. Tutto questo è accaduto nel corso dell’esercitazione organizzata della Protezione civile regionale, con la collaborazione delle Prefetture di Catania, Messina ed Enna. Una operazione che immaginava il collasso totale della grande diga di Ancipa che si trova a Troina. Una catastrofe con effetti devastanti perché dalla diga, lontana appena 24 chilometri dai frutteti di Bronte, sarebbero fuoriusciti ben 27.8 milioni di metri cubi d’acqua, inondando i territori dei Comuni di Bronte, Centuripe, Troina, Cesarò, San Teodoro, Adrano, Belpasso, Biancavilla, Catania, Motta Sant’Anastasia, Paternò e Randazzo. E per affrontare l’emergenza ed avvertire tutti i cittadini del rischio, la Protezione civile si è servita del sistema di allarme “IT-alert”, lo stesso utilizzato come prova il 5 luglio scorso, quando nei telefoni di tutti è apparso il segnale di allerta. La Protezione civile ha immaginato che per alcuni giorni una pioggia insistente si fosse abbattuta sui Nebrodi. Pioggia che ieri si sarebbe trasformata in nubifragio, fino a far alzare notevolmente il livello delle acque nella diga Ancipa e fino a provocare il collasso dello sbarramento. Così, alle ore 11 ai sindaci ed alle Forze dell’Ordine e di Protezione civile è stato inviato un primo alert negli smartphone. Annunciava il forte rischio di crollo della diga e chiedeva la mobilitazione delle forze in campo.
Così per tutte le Forze dell’Ordine e di Protezione civile, ognuno con il compito assegnato si è recato sulle strade nei pressi dell’area del Simeto per bloccare il transito e per favorire l’evacuazione di agricoltori ed allevatori nel caso in cui arrivasse l’alert “catastrofico” che avvertiva del crollo della diga. Alert che è puntualmente arrivato alle ore 12. Subito dopo tutti fuori, lontano dall’alveo del fiume, fra lo stupore di qualche allevatore e di qualche passante, i quali prima hanno ricevuto l’sms, che, pur ricordando che si trattava di una esercitazione, certo aveva aspetti e messaggi allarmanti, e poi si sono visti imposto l’alt in un rigoroso posto di blocco. E il primo Comune, che l’ipotetica onda d’urto avrebbe raggiunto, era Bronte. Per questo nella Città del pistacchio lo spiegamento di forze è stato imponente. Ai circa 12 volontari di Protezione civile si sono aggiunti i miliari dell’Arma dei Carabinieri, la Polizia di Stato, la Guardia Forestale ed altre forze dell’Ordine tutte coordinate dalla Prefettura. Alle ore 11, dopo l’arrivo del primo alert il sindaco Pino Firrarello ha istituito il Coc, insieme con l’assessore Massimo Castiglione, l’ing. Salvatore Caudullo capo del settore Lavori Pubblici dell’Ufficio tecnico, il comandante della Polizia municipale, Domenico Fiorito ed il responsabile della Protezione civile Antonio Longhitano.
Poi subito sui luoghi a verificare che tutti avessero raggiunto la propria postazione. «Queste esercitazioni sono utili. – ha affermato il sindaco Firrarello – Servono per oliare meccanismi che in caso di vere calamità devono funzionare alla perfezione. E noi possiamo contare su un’efficiente Gruppo di volontari di Protezione civile». Quasi tutto sembra aver funzionato, anche se l’assessore Massimo Castiglione ha affermato: «Mi dicono che non a tutti è arrivato l’alert delle ore 12. Eppure si trovano qui». Ma le strade in prossimità del Simeto non sono state chiuse solo a Bronte, ma in tutti i Comuni interessati, fino alla Piana di Catania dove erano previsti allagamenti. Lo scenario ipotizzava la totale distruzione di tutti fabbricati e delle aziende a causa della furia dell’acqua, ma almeno l’organizzazione messa in campo sarà servita per salvare le vite umane.