Ancora finanziamenti a Bronte. Dopo i 18 milioni di euro garantiti dal Patto per la Sicilia per la realizzazione ed il restauro di 4 opere pubbliche, l’Assessorato regionale alle Infrastrutture ha finanziato 799 mila euro per la ristrutturazione della chiesa di San Vito, annessa all’omonimo convento. A dare la notizia è il sindaco, Graziano Calanna, che ha seguito l’iter burocratico fino al suo finanziamento. “Nella chiesa – ha affermato il primo cittadino – bisogna rifare il tetto e sottrarre i muri esterni dalla continua aggressione dell’umidità. Ma anche all’interno sono necessari lavori. Per questo i Frati nel 2015 hanno partecipato ad un bando rivolto agli enti di culto. Adesso dopo un iter non certo semplice siamo riusciti ad ottenere il finanziamento”. E per partecipare al bando i Frati hanno fatto adeguare un progetto redatto nel 2005, quando a guidare il Comune di Bronte era il commissario straordinario, Ernesto Bianca, progetto che a sua volta era stato stralciato da un più grande elaborato preparato intorno agli anni 90 che riguardava però l’intero convento. Nè il progetto grande però, nè quello più piccolo che riguardava solo la Chiesa, sono stati finanziati e così i Frati minori, approfittando del bando pubblicato lo scorso anno dalla Regione siciliana, sono riusciti ad ottenere le somme necessarie ad iniziare i lavori. “Il progetto – afferma il responsabile del procedimento, l’ing. Salvatore Caudullo, capo dell’Ufficio tecnico del Comune – prevede la revisione delle copertura dove si registrano delle infiltrazioni, la nuova pavimentazione ed i rivestimenti interni, il prospetto esterno causa di risalita di umidità ed infine gli impianti. Ovviamente – continua – l’investimento maggiore riguarda il tetto e la sicurezza della struttura”. La chiesa di San Vito insieme al convento sono famosi perché nella piazza antistante all’alba del 10 Agosto del 1860, in presenza di tutta la popolazione brontese, Nino Bixio fece fucilare i cinque presunti colpevoli dei così detti “Fatti di Bronte”. Sorge nella parte più alta della cittadina. Sicuramente è di umili origini come conferma Benedetto Radice. Inizialmente fu costruita dove sono ora la sacrestia ed il corridoio del refettorio e forde, come si usava un tempo, era stata cementata con argilla. Sia la chiesa che il terreno furono concessi ai Frati Minori osservanti dell’Ordine di San Francesco per fabbricarvi il convento che oggi fa parte del complesso del convento. Recentemente è stata rifatta la pavimentazione della piazza antistante la chiesa, adesso è arrivato il momento di restaurare la chiesa. Fonte “La Sicilia” del 04-10-2016