La crisi che sta attanagliando il “polo tessile” di Bronte sarà presto nell’agenda del ministro alle Attività produttive, Claudio Scajola. A chiedere l’impegno del governo nazionale su quanto sta accadendo nella Città del pistacchio, sarà il presidente della Provincia, Giuseppe Castiglione, che ha voluto ascoltare le organizzazioni sindacali, appunto per mettere a punto un pacchetto di azioni ed interventi validi per scongiurare i licenziamenti degli operai e salvaguardare le aziende. All’incontro hanno partecipato il responsabile della task-force per la crisi dei settori produttivi Totò Leotta, Gino Mavica ed Angelo Villari della Cgil, Rosario Gangi e Bruno Marziano della Cisl,ed alcuni rappresentanti delle aziende Bronte Jeans e Tagli e Confezioni. “Al presidente Castiglione abbiamo esposto – ci dice Mavica – la preoccupazione per la tenuta dell’assetto produttivo, alla luce sia della caduta verticale delle commesse, (prima fra tutte quella decisiva della Diesel), sia per l’impatto che ciò sta avendo per l’occupazione e per l’economia nel suo complesso. Alla fine – continua – Castiglione ha deciso di chiedere al Ministero dell’Industria a Roma di affrontare la crisi del nostro polo sia sul versante dell’emergenza produttiva ed occupazionale, sia quella di possibili interventi atti a rendere più competitivo nel futuro il nostro patrimonio manifatturiero”. Ma se la sfida di istituzioni e sindacati è quella impedire che a Bronte l’esperienza tessile si esaurisca drammaticamente, dall’altra ci sono 60 operaie che da tempo non percepiscono reddito e sperano di poter ottenere addirittura la disoccupazione del periodo che va da giugno a settembre. “Per questo – continua a spiegare Mavica – ieri mattina ci siamo riuniti nella sede dell’Inps di Catania, alla presenza del presidente del comitato provinciale Giuseppe Rizzo, della dirigente Donata Giuffrida. Insieme con me all’incontro ha partecipato pure una delegazione di lavoratrici. A luglio, infatti, la commissione aveva accettato di pagare direttamente la cassa integrazione ordinaria, ma si aspetta la liquidazione. Tenete presente che il problema oggi è ancora più grave, perché a causa dell’acuirsi della crisi a queste 60 lavoratrici bisogna aggiungerne altre 25. Oltre a ciò non potendo riprendere le aziende il lavoro, come avevamo sperato all’inizio dell’estate, è necessario prorogare la cassa integrazione per tutte anche per il successivo trimestre, ottobre-dicembre”. Il problema è che le società tessili di Bronte non hanno liquidità per anticipare le somme: ”Per questo motivo – conclude Mavica – l’Inps ieri mattina ha contattato i commercialisti delle ditte per comunicare loro la documentazione da inviare per far ottenere alle lavoratrici le liquidazioni, con l’impegno del presidente ad accelerare le procedure. Intanto il Consorzio manifatturiero di Bronte ha già pronto il ricorso contro la sentenza del Giudice di Catania che ha sovvertito quella del Tribunale di Bronte. Ai vari e frenetici incontri che si effettuano nel tentativo di salvare il Polo tessile dell’Etna, parallelamente continua quindi anche il contenzioso legale. Tutti però si attendono che il Governo impedisca a chi sostiene di produrre capi in Italia di de localizzare anche solo una parte della produzione.
Gaetano Guidotto, fonte “La Sicilia” del 22-10-2009