Il sindaco, Pino Firrarello, fa suo l’allarme lanciato dall’assessore regionale Marco Falcone, sul rischio che per le infrastrutture da realizzare nel Meridione con i Fondi europei del Recovery plan, il Governo nazionale con «una mano dia e con l’altra tolga» e lancia un appello a Draghi: «Faccia chiarezza. Dica chiaramente quali opere bisognerà realizzare, eliminando le infrastrutture già finanziate». La richiesta ha una motivazione ben precisa: «Non vorrei – infatti continua – che i fondi europei non siano integrativi, ma sostitutivi di quelli già finanziati, permettendo ad altri di appropriarsi di risorse già assegnate alla Sicilia. Sarebbe come fare il gioco delle 3 carte. «Vi do dei dati – spiega poi Firrarello -. Nel 2011 il Cipe ha finanziato all’Anas ben 513 milioni di euro per realizzare strade e riqualificare le 3 autostrade. Nel ’97 più o meno la stessa cosa. Da allora sono passati decenni e nessuna di queste strade è stata completata. Se con i fondi europei del Recovery si dovessero nuovamente finanziare queste opere, per permettere al Governo centrale di destinare altrove quelle che già sono state destinate a noi, Draghi non farebbe il bene della Sicilia.
Per questo gli chiediamo di fare chiarezza. Dica nel dettaglio come intende investire nel meridione i fondi. Sa bene Draghi – ribadisce Firrarello – che l’Europa vuole il ripianamento del divario fra Nord e Sud. Senza questo obiettivo al nostro Paese sarebbe spettata sì e no la metà della somma. E poi è da quando è stata abolita la Cassa per il mezzogiorno che la Sicilia non cresce. Con quei fondi furono realizzati invasi idrici per l’agricoltura e l’industria, le canalizzazioni per raggiungere le campagne, il porto di Pozzallo, gli ospedali e le autostrade. Il sospetto che allora ci sia stato qualche spreco non può essere una giustificazione. Le cronache odierne – conclude Firrarello – ci dicono che queste si verificano ovunque». Fonte “La Sicilia” del 17-08-2021