La Corte di appello di Catania ha confermato le esemplari condanne emesse dal Tribunale di Catania il 16 luglio del 2009 nei confronti dei malviventi di Bronte, Maletto e Maniace, arrestati dai carabinieri della Compagnia di Randazzo e della locale Stazione il 25 marzo del 2008 durante l’operazione “Trash” ( che in inglese significa spazzatura). Allora finirono in manette 16 uomini, a vario titolo, accusati di associazione mafiosa, traffico di stupefacenti, detenzione di armi e una serie di estorsioni. Fra questi spiccava il nome Francesco Montagno Bozzone considerato il referente di Cosa nostra a Bronte, presunto affiliato ai “carcagnusi” di Santo Mazzei. Ben in 14 sono ricorsi al rito abbreviato. Nonostante ciò il Gup (Giudice Per l’udienza preliminare) ai tempi aveva emesso sentenze pesanti, oggi confermate in Appello. Al boss Francesco Montagno Bozzone ( di Bronte) è stata confermata la condanna a 10 anni di reclusione, esattamente il doppio della pena inflitta al figlio Santino ( di Bronte), condannato a 5 anni. La lista continua: Eugenio Spitaleri (Maletto) dovrà espiare 9 anni ed 8 mesi di carcere, Mario Rando Galati (Maniace) 9 anni di carcere e 3.600 euro di sanzione, Gaetano Spitaleri ( Maletto) 5 anni, Giovanni Sansone Galati (Maniace) 7 anni e 10 mesi più 2400 euro da pagare, Alfio Camuto (Bronte), 5 anni, Antonino Orefice (Bronte) 5 anni e 4 mesi di carcere più 900 euro di sanzione, Giuseppe Barbagallo (Maletto) 5 anni e 24 mila euro da pagare, Biagio Batticani (Bronte) 4 anni e 18 mila euro, Salvatore Meli (Bronte) 5 anni e 6 mesi più 28 mila euro, Salvatore Parasiliti Parracello (Maniace) 5 anni e 4 mesi oltre a 900 euro da pagare, ed infine Toni Rando Galati (Maniace) Che dovrà rimanere in carcere per 5 anni e 10 mesi oltre a pagare 1600 euro. La Corte di Appello ha ritenuto, per ovvie ragioni, di non dover procedere nei confronti di Antonio Di Marco (Bronte), suicida nel carcere di Bicocca la notte fra il 15 ed il 16 luglio scorso. Con la medesima sentenza la Corte ha condannato Galati Rando Mario, Galati Sansone Giovanni, Orefice Antonino e Spitaleri Euguenio al risarcimento delle spese di giudizio in favore della parte civile della società Ato Joniambiente S.p.a. Inoltre Biagio Currenti (Bronte) che, non ha chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato, è stato condannato in primo grado dalla Terza sezione penale del Tribunale di Catania, a 6 anni di reclusione. L’accusa nei loro confronti era associazione a delinquere resa a gestire l’affare dello smaltimento dei rifiuti, con l’intento di ottenere assunzioni di personale e facendo si che i mezzi guasti o danneggiati fossero riparate in officine gradite. Ma non solo: oltre a ciò, la banda ha gestito il traffico di droga e tentato di estorcere danaro al titolare di un centro benessere, che per settimane ha subito danneggiamenti e telefonate minatorie; e al proprietario di un autosalone che si è ritrovato fra le mani bottiglie incendiarie, messaggi inquietanti e richieste di denaro.
L.S. Fonte “La Sicilia” del 24-12-2010