Continua a far discutere la decisione dei panificatori di aumentare il costo di un chilo di pane a 2 euro. C’è chi sostiene che il prezzo non sia poi così esagerato rispetto ai prezzi degli altri Comuni e che purtroppo la colpa è dovuta principalmente al caro vita. C’è chi invece contesta ai panettieri di Bronte di aver aumentato troppo ed in poco tempo, ribadendo che fino a qualche settimana fa il pane al chilo non costava più di un euro e 60. Intanto i panificatori continuano a difendere la loro decisione che dicono sia stata condizionata dall’aumento della farina. Sembrerebbe, infatti, che alcuni paesi che esportano il frumento avrebbero chiuso i rapporti commerciali con il nostro paese. Vincenzo Sanfilippo però, nelle vesti di componente dell’associazione dei consumatori Adoc, continua la battaglia: «Chiederemo alle forze dell’ordine – afferma – e al Governo di verificare se gli aumenti praticati sono dovuti all’aumento dell’inflazione o meno. Lo chiederemo per il pane e per tutti gli altri prodotti agroalimentari in tutte le fasi della filiera». Intanto il comando della Polizia municipale di Bronte, coordinato dal maggiore Salvatore Tirendi, sta svolgendo un servizio mirato affinché gli esercizi commerciali e i panifici vendano il pane a peso e non a pezzo: «E la legge nazionale 441 del 1981 – afferma Tirendi – che impone la vendita delle merci a peso. Il pane prima di essere venduto va pesato e il cliente deve pagare solo quello che ha comprato».
L.S. Fonte La Sicilia 15-09-2007