Bronte. La crisi, che ha già investito molte industrie tessili che lavorano per conto terzi del Meridione, rischia di coinvolgere il rinomato polo tessile di Bronte. Alcuni imprenditori del settore hanno chiesto di essere ricevuti dal sindaco, Pino Firrarello, per lanciare l’allarme. «Quest’anno abbiamo ricevuto il 30% di commesse in meno – hanno affermato – l’intero comparto brontese rischia la crisi. La concorrenza e la recessione condizionano il mercato. Siamo qui per chiedere un deciso intervento per risolvere un problema che potrebbe avere ripercussioni anche sull’occupazione. Noi siamo i primi a voler lavorare, ma se i dati dovessero essere confermati, 150 operai rischiano di perdere il lavoro». All’incontro hanno partecipato il ragioniere Lorenzo Capace della Cna e l’assessore al Commercio, Elio Daquino. Il sindaco si è detto pronto a investire della questione la Regione e il governo: «E’ chiaro che il polo tessile di Bronte va tutelato – ha affermato – visto che rappresenta una realtà imprenditoriale ed economica importante non solo per Bronte. Istituiamo quindi un tavolo di lavoro che individui le iniziative da intraprendere non solo per tamponare l’emergenza oggi, ma per garantire ossigeno al comparto anche in futuro». Gli imprenditori hanno chiesto che la Regione acceleri le procedure per l’erogazione di contributi e finanzi le normative che permettono agli imprenditori di risparmiare sulla forza lavoro che «rappresenta una delle più pesanti voci in uscita che impediscono di abbassare i prezzi di lavorazione e di essere competitivi sui mercati internazionali». Pur se con molta prudenza, gli imprenditori si sono detti disponibili a completare la filiera provvedendo alla distribuzione dei capi prodotti, ampliando anche i servizi di lavanderia oggi realizzati solo in parte. Tutto per essere scelti da aziende come Diesel, che finora hanno preferito la qualità di Bronte, ma che sono attirati dai Paesi dove la lavorazione costa meno. Si è discusso anche della possibilità di realizzare un marchio proprio, ma le difficoltà sono notevoli: «Sono necessari investimenti notevoli non alla nostra portata – hanno dichiarato –. Noi siamo ottimi tecnici, realizziamo il migliore made in Italy, ma sul commercio abbiamo molto da imparare». Il tavolo si riunirà nuovamente dopo che gli imprenditori predisporranno le iniziative da fare adottare. Con un giro d’affari di 10 milioni di euro, le aziende tessili di Bronte sono 12 e danno lavoro a quasi 600 dipendenti; altri 200 lavoratori sono impiegati nell’indotto.
Fonte “La Sicilia” del 19-10-2008