Niente nuova ambulanza a Bronte nonostante le promesse e prende vigore la polemica, in verità mai attenuata sulle «troppe disattenzioni» dell’Asp nei confronti dell’ospedale Castiglione Prestianni di Bronte. «È successo più di un anno fa. – afferma il sindaco Graziano Calanna – E per l’esattezza nel settembre dello scorso anno. Il dott. Giuseppe Giammanco, direttore generale dell’Asp 3, in visita ufficiale all’ospedale di Bronte assunse l’impegno di potenziare il Pronto soccorso con una nuova ambulanza. Da allora ad oggi questa ambulanza non è mai arrivata e il Pronto soccorso continua a essere servito sempre dalle due vecchie e acciaccate ambulanze». Per Calanna l’Asp 3 penalizzerebbe l’ospedale di Bronte. «Parliamo con dati di fatto – continua a spiegare con tono severo il sindaco –. Non solo per l’ambulanza, ma ricordo a tutti voi che il 9 marzo del 2017, in commissione regionale Sanità, Giammanco assicurò che in tre settimane l’intricato iter burocratico sulla ripresa dei lavori iniziati nel 2006 sarebbe stato risolto. Vi rendete conto di quanto tempo è passato da allora, altro che tre settimane: ancora non si muove nulla. Per non parlare poi della Tac. Il mondo va avanti, Bronte ha sempre una vecchia, lenta e obsoleta Tac che espone i pazienti a maggiori radiazioni rispetto a quelle moderne. «Adesso mi domando – continua il sindaco – con quale criterio l’Asp ha assegnato le quattro nuove ambulanze dimenticando Bronte? Quanto accaduto è un fatto gravissimo che necessiterebbe dei dovuti approfondimenti e controlli. Per questo non ci resta che rivolgerci all’assessore Ruggero Razza che sì, è vero, ha mostrato interesse per le nostre richieste, ma forse assieme a inaugurare nuovi Pronto soccorso a Catania, dovrebbe anche venire nei piccoli ospedali di montagna come il nostro per accorgersi della qualità dei servizi che ricevono cittadini come gli altri che hanno solo il torto di non risiedere a Catania. Anzi, – conclude il primo cittadino – lo invito ufficialmente a venirci a trovare. Sarà l’occasione migliore per far capire alla politica regionale che un ospedale a servizio di una comunità di oltre 50mila abitanti che risiede in un territorio difficile soprattutto d’inverno va potenziato e mantenuto efficiente». Fonte “La Sicilia” del 25-11-2018