Una zona bella e da valorizzare, come il Demanio “Gurrida”, sito accanto all’omonimo lago e zona di particolare prestigio faunistico, è diventata zona di pascolo e di allevamento con non si sa quali criteri e autorizzazioni. E quanto emerge da una ricognizione effettuata in questa zona, appartenente come territorio al Comune di Bronte, e gestita come tantissimi altri demani dall’Azienda Forestale di Catania. La zona, come ricordano molti anziani di Maletto, il paese più vicino, posto a un tiro di schioppo dagli ingressi, era una volta rigogliosa e piena di alberi, che andarono distrutti in un grosso incendio verso l’inizio degli anni Ottanta. Il periodo in cui Saletti, allora dirigente della Forestale, iniziò il programma che prevedeva la piantagione di pini. Una piantagione di cui oggi resta un piccolo angolo scappato per miracolo alla furia dell’in – cendio che distrusse tutto. Poi la lenta ripresa, dapprima con operai forestali di Maletto, con l’avvio di piantagioni di roverella, leccio e ginestre, che nonostante il clima infelice, sono riusciti a crescere e a creare ottimi angoli di bosco verde e rigoglioso.
Ma allo stato attuale, sono tanti i problemi che affliggono questo demanio, in cui vi sono anche due rifugi sempre chiusi e mai aperti al pubblico. Lo stesso bosco, inoltre ha bisogno di accurati lavori di sfollamento e pulitura, sia per dare maggiore forza agli alberi, sia per togliere i rami bassi. Ma le sorprese non finiscono qui. Infatti, girando dentro il demanio, specie nella zona che in inverno è piena di acqua e in cui, anni fa, è stata costruita una passerella in pietra proprio per arrivare in mezzo al lago, pascolano indisturbati mandrie di mucche. Proprio così, in una zona in cui vincoli idrogeologici vietano il pascolo, le mucche sono le uniche proprietarie della zona. Tanto che girando, si nota benissimo una recinzione fatta con un sistema elettrico a bassa tensione, e vari varchi apribili nel recinto che sicuramente vengono usati a piacimento per fare entrare e uscire le mucche.
Gli stessi animali, non sono infastiditi dall’avvicinarsi di uomini, sicuramente abituati a stare vicini alle persone. E inoltre, gli stessi animali, hanno all’orecchio le normali targhette identificative che servono a identificare l’azienda di provenienza. Un abuso che negli anni è stato usato spesso, non solo in zona Gurrida ma anche in altre parti del demanio, ma oggi più che mai, non è controllato visto l’assenza sia di agenti del corpo Forestale, ormai ridotto all’osso, sia per i mancati controlli che l’Azienda Forestale dovrebbe sicuramente fare e che non vengono effettuati come si deve. R.P. Fonte “La Sicilia” del 17-08-2019