«Ristrutturare ed ottimizzare la rete idrica, realizzando anche il famoso terzo pozzo Musa che ci permetterebbe di essere meno dipendenti dall’acqua proveniente del pozzo di Ciapparazzo che, come sappiamo, va miscelata perché contiene vanadio». È l’obiettivo a cui punta il sindaco Pino Firrarello, che ha inviato all’Ati (Assemblea territoriale Idrica) una richiesta di finanziamento di ben 24 milioni e 150 mila euro non solo per realizzare il terzo pozzo Musa, ma anche per ristrutturare la rete idrica ormai vetusta e 4 serbatori considerati strategici per il funzionamento della rete oltre alla realizzazione di una nuova condotta. «La ricerca di autorizzazione – afferma il sindaco Pino Firrarello – per la ricerca di acque sotterranee del terzo pozzo in contrada Musa è già stata inoltrata all’Ufficio del Genio Civile e l’iter autorizzativo si trova in fase conclusiva. Questo nuovo pozzo, del quale a Bronte si parla da tanto tempo, non sarà utile solo per avere un’acqua migliore di quella che oggi proviene dal pozzo di Ciapparazzo, ma anche per incrementare la fornitura di acqua soprattutto in estate quando spesso siamo costretti a limitare l’erogazione del servizio». E ritenendo l’efficienza della rete idrica una priorità, il sindaco ha affidato all’assessore Roberto Landro, abile a seguire gli iter di finanziamento, il compito di seguire la procedura, al fine di ottenere le risorse che servono a Bronte per stravolgere l’assetto attuale della rete idrica.
«Un plauso –spiega Landro –va fatto all’Ufficio tecnico del Comune di Bronte, abile a redigere le schede nel brevissimo tempo messo a disposizione. Com’è ormai noto, a seguito della determinazione dell’Autorità di regolazione per Energia Reti e Ambiente, a gestire la distribuzione dell’acqua dovranno essere quelle che in Sicilia sono state chiamate Ati. Il Comune di Bronte, però, ha chiesto di avvalersi della clausola di salvaguardia che consente a tutti quei Comuni le cui sorgenti ricadono in Parchi naturali di poter gestire autonomamente il servizio idrico. Questo non esclude la possibilità di richiedere agli Enti gestori i finanziamenti europei per realizzare quei lavori necessari ad ottimizzare la rete idrica». «Con la gestione autonoma – continua Firrarello – viene esclusa ogni possibile proposta di gestione privata delle risorse idriche. La gestione dell’acqua è e rimarrà pubblica». Fonte “La Sicilia” del 17-02-2021