Maria Montessori, autrice del metodo educativo praticato nelle scuole di tutto il mondo, è stata chiara: “La prova di una corretta procedura educativa – ha affermato – è la felicità dei ragazzi”. Ed erano sicuramente felici gli allora ragazzi di Bronte quando stavano assieme a padre Gliozzo, maestro di cultura e di vita che in tanti ricordano come “U Parrinu”. Gli anni erano quelli a cavallo fra il 1950 e il ’70, quando il boom economico imponeva un rinnovamento culturale e generazionale. Guai a restare indietro. Guai a non comprendere i cambiamenti che caratterizzarono anche la Chiesa, impegnata nel dibattito del Concilio Vaticano II. E padre Gliozzo, ai tempi, da assistente spirituale dell’Azione Cattolica brontese, fu un luminoso faro per la crescita di tanti ragazzi, formando ed educando tantissimi giovani di tutte le età e di tutte le estrazioni sociali. Per farlo utilizzava le frecce più acuminate del suo prezioso arco, ovvero l’umanità, la spiritualità, l’amicizia, la lealtà, il rigore, la responsabilità, la coerenza, e una inusuale (per i tempi) apertura mentale, oltre a un approccio maturo anche ai temi religiosi che lo differenziavano dal resto del clero, spesso per questo ostile. Per lui, prima di essere buoni cristiani, bisognava essere buoni cittadini, un prezioso insegnamento che è rimasto impresso nei giovani che ai tempi hanno avuto la fortuna di seguirlo. E quando nel 1970 è stato trasferito a Catania per diventare vicerettore del seminario arcivescovile, per molti a Bronte si creò un vuoto difficilmente colmabile. Dalla data di quel saluto da Bronte sono passati quasi 50 anni, ma i suoi ragazzi non lo hanno dimenticato. Anzi, nel desiderio ancora fervido di ringraziare il loro “maestro e padre”, hanno organizzato, questa sera, alle 17,30, all’interno del Real Collegio Capizzi, un incontro per riabbracciarlo e fargli rivivere i ricordi di quel tempo attraverso una raccolta delle tantissime fotografie e diapositive. Sarà una festa fatta di ricordi, testimoni di un amore fra Bronte e padre Gliozzo che non si è mai affievolito, come dimostrano le tante lettere che i suoi allievi in questi anni hanno scritto. Molte di queste sono gelosamente custodite all’interno del sito internet www.bronteinsieme.it, autorevole scrigno della storia e della cultura brontese. “Di Don Pippo – scrive Nicola Lupo – mi ha dato qualche notizia mia sorella Zina, la quale lo ha incontrato nella parrocchia del Crocifisso in Catania e in quella occasione egli le rifiutò una offerta dicendola di darla direttamente ai bisognosi; inoltre, le disse che per non avere paura dei ladri basta non avere nulla tranne l’indispensabile e le indicò il suo calice di legno dipinto”. “Non ricordo – scrive Piero Martello, magistrato e presidente del Tribunale di Milano – di aver mai visto padre Gliozzo trattare con me, o con chiunque altro, in maniera distratta, ma sempre con un’attenzione vera direttamente mirata alla persona nella sua individualità”. “La tua disponibilità verso tutti – aggiunge Tano Lupo, rivolgendosi direttamente al parroco – il tuo spirito d’iniziativa, il coraggio nel manifestare le proprie idee, la coerenza nel vivere cristianamente la propria fede, facevano di te un punto di riferimento e un esempio da imitare”. “Egli continua a sentire – scrive Francesco “Ciccio” Capizzi – la responsabilità che quanti fanno o hanno fatto parte della sua storia non vadano perduti lungo il cammino della vita” e quindi mantiene vivi con tutti il legame iniziale. E, allora, bentornato padre Gliozzo, maestro di cristianità e di vita. Gaetano Guidotto
IL RITRATTO – UN SACERDOTE VERO, CAPACE DI AIUTARE IL PROSSIMO – La storia di padre Giuseppe Gliozzo ci descrive un sacerdote vero e vivace, in grado di fondare a Bronte, oltre all’Azione cattolica, la Gioventù studentesca e la Gioventù operaia per abbracciare i giovani di tutte le classi sociali. Pur di aggregare organizzava cineforum, campeggi, il Grest, le passeggiate in montagna, le gite e anche le olimpiadi. Tutti lo ricordano per gli insegnamenti, la disponibilità e i consigli. Quando andò via, fu una grande perdita. Tutti sapevano, però, che Padre Gliozzo, ovunque si fosse trovato, avrebbe continuato ad elargire saggezza e bontà, vivendo la sua missione sempre in prima linea a favore dei più deboli e degli emarginati, anticipando le questioni sociali. Pensate che nel dicembre del 2003 ha organizzato nei locali dell’Azione Cattolica di Catania un incontro per lo scambio di auguri tra gli omosessuali cattolici e i loro amici, e oggi, parroco della parrocchia “Crocifisso della Buona Morte”, fra le realtà difficili del vecchio quartiere di San Berillo da sostegno agli emarginati, ai poveri e anche agli immigrati. Nel 2007 ha festeggiato 50 anni di sacerdozio e ancora oggi trova forza e coraggio per pensare al prossimo. Gaetano Guidotto
FOTO E DIAPOSITIVE DOC – Questa sera alle 17,30, all’interno del Real Collegio Capizzi di Bronte si svolgerà la manifestazione “Dopo … dopo 50 anni… ancora insieme per rivivere, con foto e diapositive, quei preziosi anni di formazione, di attività e di amicizia assieme a padre Gliozzo”. Si tratta di una cerimonia di accoglienza di padre Giuseppe Gliozzo che, invitato dai suoi ex allievi, per un giorno torna a Bronte. Per molti sarà l’occasione per riabbracciare il Parroco che negli anni 50 e 70 ha educato tanti brontesi e per rivedere insieme con lui le foto di un tempo. I suoi allievi brontesi che, nonostante siano passati interi decenni, non lo hanno dimenticato hanno preparato un dvd con tantissimi scatti. Un modo originale per ringraziarlo e sentire ancora una volta le sua parole. Fonte “La Sicilia” del 01-09-2016