La bella notizia è arrivata, ma quanto tempo perso. La Regione ha finanziato al Comune ben 2 milioni e 800 mila euro per restaurare il Castello Nelson. Il sindaco, Pino Firrarello incassa il risultato, ma punta il dito contro la burocrazia. «La storia di questo finanziamento – dice il sindaco – risale a ben undici anni fa. Il Comune, ai tempi di Salvatore Leanza sindaco, presentò un progetto che la Regione ingiustamente bocciò. Io, diventato sindaco, presentai ricorso e il Cga mi diede ragione. Da quel momento cominciò un calvario burocratico indefinibile». «L’assessorato alla Programmazione – dice il primo cittadino etneo – impiegò un anno per verificare se le somme esistevano ancora e il Comitato di sorveglianza impiegò un altro anno per ratificare il provvedimento». «Come se non bastasse – aggiunge Firrarello – il ministero della Coesione non solo impiegò un altro anno per fornire il proprio assenso, ma richiese l’autorizzazione del Cipe. Solo quest’ultimo passaggio sommato all’autorizzazione della Corte dei Conti durò 2 anni. Alla fine la documentazione torno alla Regione, ma dopo sei mesi la dirigente dell’assessorato fu sostituita e il suo sostituto ha dovuto attendere diverso tempo prima che il suo ufficio fosse ricostituito nell’organico». «Quando fu preparato il decreto di finanziamento l’assessorato alle Infrastrutture, visto il tempo passato, ritenne necessario verificare ancora volta con il ministero la disponibilità delle somme. Cominciò l’ennesimo scambio epistolare fra enti: il ministero all’Economia scrisse ai colleghi della Programmazione per sapere se i soldi c’erano. Questi risposero di si e tutto tornò a Palermo. Soltanto che scrivi e riscrivi il ministero dell’Economia commise un errore decurtando di 100mila euro la cifra. Sono dovuto andare io a Roma per risolvere l’ultimo di una serie di problemi durati più di un decennio». Alla fine Firrarello si chiede: «Quanti sindaci avrebbero potuto avere una tale perseveranza? E pensate che io ho sempre avuto massima disponibilità dagli uffici regionali. Ma il sistema è così incancrenito da rendere tutto impossibile». «Detto ciò – conclude il sindaco di Bronte – con questi soldi restaureremo il tetto, la parte dell’edifico che oggi ospita gli uffici e ripavimentato il cortile all’ingresso dominato dalla croce celtica. Benissimo ma quanta fatica».
L. S. Fonte “La Sicilia” del 01-10-2014