La crisi economica che sta lacerando l’Italia non ha risparmiato la città di Bronte. Lo denunciano le organizzazioni sindacali, ma soprattutto alcuni parroci che hanno lanciato un appello al Comune. I sindacalisti Gino Mavica della Cgil, Nino Galati della Cisl, Salvino Luca della Uil e Giuseppe Di Mulo della Ugl, assieme a padre Vincenzo Bonanno, padre Nunzio Capizzi, padre Giuseppe Rizzo e padre Antonio Modica, hanno scritto una lettera al presidente del consiglio comunale, dott. Salvatore Gullotta, e ai capi gruppo consiliari, sottolineando come a causa dello stato di “malessere e di indigenza sempre più concittadini si rivolgono a loro”. Per questo chiedono un incremento di fondi propri per l’assistenza domiciliare agli anziani, ai bisognosi e ai diversamente abili. Oltre a ciò, nella missiva chiedono agevolazioni per le famiglie con basso reddito per quanto riguarda le tasse comunali. “Questa lettera – scrivono – vuole essere un appello accorato”. “Capisco le difficoltà comuni un pò ovunque in buona parte del territorio italiano e del Meridione in particolare – afferma il sindaco Pino Firrarello – per questo il Comune di Bronte, nel settore dei servizi sociali, non tralascia opportunità. Grazie alla legge 328, utilizzeremo nel sociale 135 mila euro. Con i Pac (Piani di azione e coesione), più di 170 mila. L’assessorato alla Famiglia ha potenziato l’assistenza domiciliare agli anziani a favore dei soggetti non autosufficienti finanziando 138 mila e 600 euro. Poi, a favore delle famiglie indigenti, utilizzeremo i 178 mila euro dei cantieri di servizi. Infine, non abbiamo dimenticato neanche le associazioni che si occupano del Banco alimentare, prevedendo in bilancio per loro la somma di 3 mila euro. Per quanto riguarda le tasse comunali – conclude Firrarello – mentre in tutti gli altri Comuni aumentano di diversi punti, Bronte non ha aumentato l’Imu per la seconda casa. Ha solo aumentato l’Irpef di un punto, ma ha confermato l’esenzione per i redditi fino a 12 mila euro. Le famiglie a basso reddito quindi sono state tutelate, mentre chi guadagna 20 mila euro pagherà appena 20 euro in più”.
Fonte “La Sicilia” del 03-12-2013