Estate calda sul fronte incendi, con temperature da record e interventi giornalieri in aumento. Sia per i vigili del fuoco, che per le squadre antincendio della Forestale, la situazione è davvero critica. Organici ridotti all’osso e mezzi vetusti sono tra i principali problemi dei pompieri, che in questa calda estate devono spesso lavorare con meno squadre, mentre si rischia di chiudere i distaccamenti, come avviene ultimamente a Paternò o Adrano, proprio per la mancanza di personale. Alcuni sindacati, hanno richiesto l’autorizzazione ad espletare straordinario, ma così non si risolve il problema, anzi diventa ancora più rischiosa l’attività dei vigili, soggetti a lunghe ore di lavoro ed esposizione ad alte temperature. Ma se i pompieri non ridono, le squadre della forestale, sono messe ancora peggio. Negli altri anni, in questo periodo, erano già operative e intervenivano tempestivamente negli incendi di bosco e sterpaglie. Quest’anno, invece, nonostante i proclami del governo regionale, la situazione è veramente catastrofica e rischia anche di degenerare. E le squadre sono costrette a utilizzare mezzi vetusti, al contrario di quanto è stato proclamato: infatti gli investimenti per nuovi mezzi non sono ancora arrivati. Personale ridotto e soprattutto senza dispositivi di protezione individuale che limitano l’operatività. Oltre a questo, c’è da fare i conti con il Corpo Forestale, prematuramente chiuso dal governo Renzi in Italia, che in Sicilia rimane operativo ma con pochissimo personale che non basta a garantire i normali turni.
Nel frattempo, nel 2019, sono aumentati gli investimenti per i mezzi aerei, spesso soluzione estrema, anche se notevolmente costosa, per fermare i grossi incendi in montagna o in zone impraticabili. A conti fatti, poche spese per la prevenzione, e tante per l’estinzione. Così tra Maletto e Bronte l’operatività delle squadre antincendio è diminuita. Prima erano tre le squadre che si alternavano durante il giorno, con pattuglie anche notturne. Ora le squadre sono solo due, e in alcuni giorni, dopo le 18, restano operativi solo un autista e un addetto antincendio, che in caso di fuoco, nonostante la buona volontà, potranno fare ben poco. Ma cosa ancora più grave, molti degli addetti antincendio sono sprovvisti di tute e vestiario antincendio, mentre i pochi fortunati hanno delle tute con diversi anni di lavoro alle spalle. Parliamo di dispositivi di protezione individuali salvavita, necessari per intervenire sugli incendi e che devono avere garanzie di conformità tali da non alterare le loro caratteristiche.
«Da anni non riceviamo vestiario –di – chiara uno dei lavoratori – e abbiamo avuto direttive di non andare negli incendi se sprovvisti di idoneo vestiario. Ci sentiamo inutili e speriamo che non succeda nulla di grave anche ai pochi colleghi che hanno tute vecchie e consumate». Un sistema che ogni anno peggiora, non ci sono direttive uguali per tutti, non si conoscono neanche i responsabili della sicurezza dei lavoratori e i sindacati spesso mettono queste problematiche in secondo piano, rispetto alle assunzioni degli operai e il completamento delle giornate. L’estate è appena iniziata in montagna, ancora non ci sono stati grossi incendi, ma a breve anche la nostra zona potrebbe diventare calda, specie quando iniziano gli incendi provocati da piromani. Fonte “La Sicilia” del 10-07-2019