Il sindaco di Bronte, Pino Firrarello, torna a parlare dell’esondazione del fiume Simeto che, il 21 gennaio scorso, intrappolò fra le acque un agricoltore di 77 anni e distrusse centinaia di ettari di terreni dediti a frutteti ed aranceti, allagando un intero vivaio ed alcune case rurali. Lo fa puntando il dito contro la diga di Ancipa di Troina, che scarica le proprie acque sul torrente Serravalle, che si immette nel Simeto prima della contrada Barbaro di Bronte, dove si sono verificati i danni maggiori. «Avevamo intenzione – afferma Firrarello – di convocare un Consiglio comunale straordinario per affrontare il problema dei danni subìti dagli agricoltori. Abbiamo però ritenuto opportuno temporeggiare perché quello che è accaduto nel territorio di Bronte non è scaturito da un semplice nubifragio. Dalle relazioni fornite dagli esperti che ho incaricato di verificare quanto accaduto, risulta chiaramente che le paratie della diga Ancipa sono state aperte. La piena è arrivata all’improvviso e con una forza inaudita, come dimostrano i danni evidenti alle colture ed agli argini del fiume e soprattutto si evince dal racconto del signor Basile, rimasto intrappolato per 5 ore nella casa allagata e salvato dal telefonino prima e dall’eroica azione dei vigili del fuoco di Catania». La diga dell’Ancipa si trova sui Nebrodi a 5 chilometri da Troina. Fu costruita nel 1952 per raccogliere 27 milioni di metri cubi di acqua, ma al momento il volume autorizzato è circa 9 milioni. Se ne fa un uso idropotabile, irriguo ed idroelettrico. L’Ente acquedotto siciliano preleva, infatti, acqua potabile per i Comuni della provincia di Enna, Caltanissetta ed Agrigento, ed anche Catania. I Consorzi di bonifica, di Catania, Enna e Siracusa utilizzano l’acqua per irrigare i giardini dei consorziati e l’Enel sfrutta i salti idraulici per produrre energia elettrica. «E noi non contestiamo l’utilità della diga – aggiunge Firrarello – ma non possiamo accettare il fatto che ogni qual volta che si superano i 9 milioni di metri cubi d’acqua si aprano le paratie senza avvertire nessuno e senza curarsi di ciò che può accadere a valle. Se quanto accaduto a gennaio – conclude – si fosse verificato a marzo, quando sul fiume pascolano le greggi, si sarebbe verificata una strage». Firrarello di conseguenza ci dice che presto chiederà la convocazione del Consiglio comunale, coinvolgendo le forze politiche ed istituzionali, per affrontare il problema, trovare le soluzioni e perseguire eventuali responsabilità.
L. S. fonte “La Sicilia” del 22-02-2009