Continua la scia di fuoco a Bronte. Dopo le due vetture andate in fiamme mercoledì sera, un altro episodio si è registrato il giovedì sera. Ma mentre ci sono dei dubbi sull’origine del rogo che ha distrutto le due auto, in questo caso è quasi certa la natura dolosa. Ad andare a fuoco, è stato un grosso escavatore, fermo in una cava di pietra lavica, ed utilizzato per strappare al terreno, grazie ad un grosso chiodo in ferro, dei grandi blocchi di pietra che poi vengono trasformati in materiale da costruzione, o per preparare il cemento armato. Un grosso mezzo, che nuovo costa ben oltre le 350 mila euro. Un danno enorme per una impresa che lavora a Bronte nel campo dei materiali da costruzione ed inerti, specie in un momento in cui l’edilizia, è in un periodo di fermo, e molti mezzi della ditta, non lavorano a regime. L’incendio, lontano da abitazioni, è avvenuto intorno le 20. Ad accorgersi delle alte fiamme, un uomo che dalla sua finestra vedeva in lontananza il grosso bagliore, e che ha subito telefonato al proprietario. Giunto sul posto, e trovando il mezzo in fiamme, non ha potuto fare altro che avvisare i vigili del fuoco, che hanno inviato sul posto due squadre provenienti da Randazzo e Maletto. I pompieri, hanno dovuto lavorare per qualche ora, per avere ragione delle fiamme, che bruciavano soprattutto grazie ai tanti litri di olio idraulico del grande mezzo. Alla fine, domate le fiamme, del grosso escavatore è rimasto ben poco, infatti il fuoco ha danneggiato seriamente il motore, le tubazioni dell’olio, e l’intera cabina di guida, causando dei danni non inferiori a 150 mila euro. Sul fatto indagano i carabinieri di Bronte. Un danno enorme, per una ditta che dava lavoro a molte famiglie, e adesso si teme per i contraccolpi sociali dell’attentato, dal momento che è in dubbio la tipicità dell’attività. R.P. Fonte “La Sicilia” del 27-02-2016