Ancora una volte il fiume Simeto ha divorato una buona fetta dell’economia agricola brontese legata alla produzione di frutta fresca. Quello che non è stato divorato dalla piena del 22 febbraio scorso, è stato portato via martedì sera da una piena incredibile. Delle ridente sponda orientale del fiume, famosa per la coltivazione di pere e pesche, è rimasto fango. Centinaia di migliaia i danni per gli agricoltori che al nostro arrivo ci guardano sconsolati e sbigottiti. “La piena ancora una volta è arrivata improvvisa – ci dicono -. Non è possibile che a provocarla sia stata solo la pioggia”. Il riferimento è sempre lo stesso, ovvero il timore che la diga Ancipa abbia aperto le paratie per sovrabbondanza di acqua che, riversandosi impetuosa nel fiume, ha finito per distruggere i frutteti. E in effetti all’Ufficio di Protexione civile del Comune è arrivato un fax che informava sull’apertura delle paratie per riversare 10 litri di acqua al secondo, ma da notizie fornite dalla Prefettura di Catania sembra proprio che questa apertura non sia stata necessaria. Eppure la piena è stata enorme lo stesso e non ha trascinato solo fango e detriti, ma anche gli animali che in quel momento si abbeveravano sul guado del fiume. Alcuni agricoltori hanno visto una mucca tentare di portarsi in salvo tenendo alta la testa, poi esausta è stata travolta. La sua carcassa è finita nei frutteti a pochi metri dalla strada provinciale. Ma, secondo le voci che ieri si rincorrevano a Bronte, sarebbero almeno 5 i bovini morti annegati. Già nella serata di martedì la Protezione civile del Comune si è mossa, ma c’era poco da fare se non convocare un vertice straordinario per la mattina successiva. Così ieri il vicesindaco, Nunzio Saitta, ha presieduto un tavolo tecnico alla presenza del Capo dell’Ufficio tecnico, ing. Salvatore Caudullo e del comandante reggente della Guardia Forestale di Bronte, il Commissario superiore Luca Ferlito. “Sono sconfortato per il disastro che ormai si ripete continuamente – ha affermato Saitta – Dobbiamo avere certezza sulle manovre che effettuano i tecnici della diga Ancipa. Sarebbe opportuno che si installassero dei sensori che ci avvertono in tempo reale. Nei pressi del fiume abitano due famiglie e spesso tanti animali pascolano, Soprattutto – continua – bisogna proteggere i frutteti con argini sicuri. Oggi il letto del fiume, a causa dei sedimenti accumulati, è più alto dei frutteti. Bisogna intervenire”. E l’ing. Caudullo ha sottolineato come il programma europeo 2014 – 2016 preveda interventi per l’assetto idrogeologico. Ma bisogna che la Regione pubblichi i bandi e si redigano i progetti. Intanto il sindaco Pino Firrarello ha chiesto l’intervento del Genio civile. “Domani mattina alle 9 – ci dice – ho già convocato un vertice in Comune con il capo del Genio Civile di Catania, ing. Gabriele Ragusa. Gli agricoltori vanno protetti e la frutticoltura tutelata. Rappresenta un’eccellenza dell’economia che fà grande questo territorio”.
L.S. Fonte “La Sicilia” del 19-03-2015