Lunedì prossimo, 3 dicembre, alle 11.30 i sindaci dei Comuni del versante nord dell’Etna parleranno con il direttore generale dell’Asp, Giuseppe Giammanco. Si sono autoconvocati nella sede dell’Asp dopo una frenetica serie di telefonate. Al direttore chiederanno spiegazioni sul perché l’Asp ha deciso di potenziare gli ospedali di Biancavilla, Militello in Val di Catania, Acireale e Caltagirone con una nuova ambulanza, quando le ambulanze dell’ospedale di Bronte hanno 14 e 20 anni di servizio. Questo l’esito del vertice convocato in Comune dal sindaco di Bronte, Graziano Calanna, cui hanno partecipato i sindaci di Maletto (Pippo De Luca), di Maniace (Nino Cantali) e Cesarò (Salvatore Cali). Con loro anche l’assessore di Randazzo Maria Mancuso, e il vice presidente del Consiglio comunale di San Teodoro Damiana Caridi. Presente anche Biagio Venia presidente del Comitato cittadino a difesa dell’ospedale, l’assessore brontese Ernesto Di Francesco e numerosi consiglieri comunali e assessori di diversi Comuni. Delle 4 ambulanze, quelle senza rianimazione sono state destinate agli ospedali di Biancavilla e Militello e quelle con la rianimazione ad Acireale e Caltagirone. Per i sindaci una decisione che necessita di chiarimenti, perché gli ospedali di Caltagirone e Acireale hanno già il reparto di rianimazione: «Visto che le ambulanze non servono per gli interventi di Pronto soccorso che effettuano le ambulanze del 118, ma per i trasporti, non sarebbe stato più razionale dirottarle dove la rianimazione manca?» Inoltre già un anno fa agli ospedali di Acireale e Caltagirone una nuova ambulanza era già stata assegnata. «E poi – affermano i sindaci – è negli ospedali che hanno meno reparti che servono le ambulanze per effettuare i trasporti. E Bronte ne effettua più di tutti». E visto che sono saltati fuori i numeri l’incontro è servito per evidenziare alcune delle tante carenze dell’ospedale di Bronte, tanto che si sospetta che l’Asp quando ha dovuto risparmiare lo abbia fatto solo con l’ospedale di Bronte. Su una pianta organica che prevedrebbe circa 106 infermieri in servizio ve ne sono più o meno 90, e inoltre mancano circa 11 medici, 20 operatori sociosanitari e 13 ausiliari. «Eravamo felici –hanno detto i sindaci – quando abbiamo letto che iniziavano i lavori di un Pronto soccorso dell’Asp. Pensavamo fosse Bronte visto il finanziamento di 800mila euro, invece era Acireale. Dembra che noi veniamo sempre per ultimi». I sindaci considerano quanto accaduto con le ambulanze la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. Fonte “La Sicilia” del 27-11-2018