Il copione ormai è quasi consueto. Cambiano di volta in volta gli attori, ma le parti sono quasi sempre le stesse: una finta società, dei lavoratori che risultano ingaggiati, ma non lo sono, ed ecco che tutto è perfetto per mettere su una truffa ai danni dell’Inps che poi elargisce ai fittizi braccianti agricoli indennità di disoccupazione agricola. Tutto questo è accaduto a Bronte, dove la Guardia di Finanza, nell’ambito di attività atte al contrasto delle sempre più frequenti truffe perpetrate ai danni dello Stato e degli Enti pubblici, al termine di un’indagine avviata nel mese di novembre di un anno fa, hanno individuato una società cooperativa con falsa sede a Catania ed operante a Bronte nel settore agricolo. Questa società fittizia nel 2010, secondo i risultati dell’indagine, ha falsamente comunicato di aver collocato al lavoro 18 braccianti agricoli, affermando di aver fatto svolgere loro oltre 2.200 giornate di lavoro. Già all’inizio delle indagini le Fiamme Gialle hanno fiutato qualcosa di sospetto e strano, perché la struttura della società non esisteva per niente. Proseguendo poi i militari hanno scoperto che anche i rapporti di lavoro tra loro e le maestranze erano puramente fittizi. In pratica si facevano risultare regolarmente collocati al lavoro dei braccianti agricoli, sulla carta impegnati nella coltivazione dei terreni in possesso della società, ma in realtà i finti rapporti di lavoro erano mirati solo per far percepire loro le indennità di disoccupazione agricola, di malattia e di altre indennità, che spettano ai veri lavoratori agricoli. E l’artifizio tutto sommato rendeva. Nonostante la Guardia di Finanza abbia bloccato le erogazioni in fase di liquidazione, il danno quantificato all’Inps è stato quantificato in circa 45.000 euro. Ovviamente a collaborare alle indagini sono stati anche i funzionari dell’Inps che hanno permesso alle Fiamme Gialle di denunciare alla Procura Distrettuale della Repubblica di Catania per il reato di falso in atto pubblico e truffa aggravata ai danni dello Stato, il legale rappresentante della società cooperativa ed i 18 falsi braccianti agricoli, che, guarda caso, erano tutti parenti fra loro. Una truffa in famiglia ben congegnata che però adesso è finita male. La Guardia di Finanza di Bronte assicura che continuerà adesso ad indagare alla ricerca di altre società fantasma che assumono in maniera fittizia i lavoratori perché rientra tra le loro attività primarie al fine di salvaguardare la spesa pubblica dello Stato e degli Enti pubblici.
L. S. fonte “La Sicilia” del 11-11-2012