“Se non si ridiscute l’intera organizzazione della Sanità in provincia di Catania, presto rimarranno solo gli ospedali della città”. A sostenerlo è il senatore Pino Firrarello, già sindaco di Bronte, che dal coordinamento regionale siciliano dell’Associazione degli ex parlamentari della Repubblica ha inviato ai sette sindaci del versante nord ovest dell’Etna, le cui comunità sono servite dall’ospedale di Bronte, una lettera, prospettando un futuro non proprio roseo per l’ospedale brontese e quale potrebbe essere la strategia per salvarlo. “Signori sindaci – esordisce Firrarello – mi rivolgo a voi rappresentanti del popolo che avete dimostrato disponibilità verso l’ospedale di Bronte, ritenendo di dovervi mettere al corrente delle difficoltà del nosocomio. Non si tratta più di battersi per il pronto soccorso, che si trova in locali insufficienti, per il primario di Ginecologia, per la Pediatria che ha una carenza di personale del 50%, per direzione sanitaria insufficiente o per le carenze generali di personale, attrezzature ed arredi. E neanche per i lavori di completamento che, pur essendoci ancora disponibili 3,5 milioni di euro, ancora non iniziano. Purtroppo, riunire i tre ospedali di Bronte, Biancavilla e Paternò, di fatto, ha determinato la loro fine. Prendersela – continua – con l’attuale dirigenza dell’Azienda sanitaria provinciale di Catania mi sembra riduttivo perché, anzi, in occasione della riapertura del punto nascita di Bronte è stata efficiente”. Per Firrarello, quindi, difficilmente i tre ospedali insieme potranno garantire validi servizi nel territorio e per questo indica ai sindaci la strada per contrastare questa scelta, individuando la norma che potrebbe salvare l’ospedale di Bronte: “La scappatoia – continua a scrivere Firrarello – è il decreto Balduzzi, che fa esplicito riferimento agli ospedali di montagna in zone disagiate. Se oggi guardiamo il decreto assessoriale 11/88 del 29 giugno scorso, possiamo prendere atto che è necessario ridiscutere tutto”. E per Firrarello in provincia è necessario ridiscutere tutto: “E quanto mai urgente – conclude – perché se non ci sarà un cambiamento, rimarranno solo gli ospedali della città, con disagi sociali e disfunzioni organizzative, accompagnate dalle giuste proteste della popolazione”. R.C. Fonte “La Sicilia” del 08-09-2016