Tre voci un solo grido contro la riforma del comparto forestale approvato dal governo Musumeci. I vertici dalla Uila Uil, dalla Flai Cgil e dalla Fai Cisl, riuniti nel Castello Nelson di fronte a tantissimi lavoratori prevenienti da tutti i Comuni vicini, hanno espresso il proprio no alla riforma e invitato i lavoratori a scioperare in massa a Palermo il 23 luglio. A fare da padrona di casa, Enza Meli segretaria generale della Uil Catania, insieme con il segretario territoriale Uil, Salvatore Pizzuto: «Il Governo regionale – ha affermato Enza Meli – ha approvato un disegno di legge senza confrontarsi con Fai-Flai-Uila, tradendo così ogni impegno. Agita uno specchietto per le allodole con le 180 giornate lavorative ma che in realtà vuole prima cancellare la categoria del personale a tempo indeterminato e, poi, bloccare il turn-over. Credo – ha concluso – sia chiaro a tutti ormai come esista un vasto fronte trasversale, esteso da destra a sinistra, che è impegnato a bloccare una riorganizzazione seria del Servizio pubblico di salvaguardia dei boschi per privatizzare il settore. Insomma, c’è chi punta sugli appalti». Sulla sua stessa linea Nino Marino, segretario generale Uila Sicilia: «Il governo regionale – ha affermato – ha tirato fuori una riforma forestale che non serve a nessuno. Soprattutto, non serve ai lavoratori e ai siciliani. Il 23 protesteremo dinanzi all’Assemblea regionale che ora dovrà esaminare il disegno di legge varato dal Governo Musumeci. A cose fatte, l’assessore all’Agricoltura Toni Scilla ha chiesto di confrontarsi con noi. Lo abbiamo fatto e continueremo a farlo, – conclude – anche solo per rispetto istituzionale, ma così questa pseudo-riforma non va».
«Questo disegno di legge non produce sbocchi positivi per i lavoratori – ha aggiunto Alfio Turrisi, segretario generale della Fai Cisl di Catania – I lavoratori rimarranno precari a vita e vedranno snaturata la propria funzione, dovendosi occupare di randagismo e protezione civile, quando i boschi hanno bisogno di lavoro e investimenti. Non prevedendo la riforma l’assunzione di nuovi lavoratori, fra 10 anni in quali mani saranno i boschi siciliani?». «Il 23 – afferma Tonino Russo segretario regionale della Flai Cgil – protesteremo a Palermo perché questa riforma che estingue non solo gli operai a tempo indeterminato e l’antincendio, ma il settore forestale. Che si faccia un piano di riforestazione dell’Isola e si amplino i boschi per contrastare il cambiamento climatico». Poi sulla demonizzazione che spesso soprattutto nel nord Italia si fa dei lavoratori forestali siciliani afferma: «Non è vero che nelle regioni del nord Italia si spende di meno nel settore forestale. Ci sono soltanto meno lavoratori pubblici. Le risorse, spese anche in misura maggiore rispetto a noi, vengono affidate ai privati attraverso degli appalti. Forse anche la Regione siciliana vuole andare verso questa direzione». GAETANO GUIDOTTO Fonte “La Sicilia” del 17-07-2021