Ha un nome e un volto il presunto attentatore che nell’estate scorsa incendiò il portone di ingresso dello studio professionale del vicesindaco di Bronte, Melo Salvia, sito in pieno centro storico della città del pistacchio ed esattamente al numero 30 di via Matrice. I carabinieri della locale Stazione, infatti, dopo aver visionato dei filmati registrati dalle telecamere di alcuni negozi, hanno denunciato un disoccupato di 46 anni residente a Bronte. L’uomo, secondo l’accusa avrebbe appoggiato al portone dell’ufficio un pneumatico, gettato del liquido infiammabile e, prima di scappare, avrebbe appiccato il fuoco. Solo l’intervento di un vicino di casa prima e quello dei vigili del fuoco dopo, hanno evitato che l’incendio provocasse ulteriori danni e si propagasse lungo il telone a protezione del ponteggio che avvolgeva l’intero edificio fino al quinto piano, mettendo a repentaglio la sicurezza dei residenti. I carabinieri avrebbero reperito prove a sufficienza, vagliate anche dalla magistratura, tant’è che il sostituto procuratore della Repubblica di Catania, Angelo Brugaletta, ha già presentato la richiesta di rinvio a giudizio. Il 30 aprile, presso il Tribunale di Catania, si svolgerà l’udienze preliminare. In quell’occasione però l’uomo non si dovrà difendere soltatnto dall’accusa di danneggiamento, ma anche di minacce. Si tratterebbe, infatti, della stessa persona che nell’ottobre scorso minaccio più volte di morte, urlando a squarciagola, gli impiegati dei servizi sociali del Comune di Bronte. Secondo l’accusa lo avrebbe fatto per costringerli ad erogare a suo favore sussidi ed aiuti economici. Aiuti che chiaramente poi non ha ottenuto venendo, invece, denunciato. In quell’occasione, inoltre, non si limitò ad urlare minacce, ma distrusse le maniglie della porta di ingresso degli uffici comunali e costrinse gli impiegati a rimanere chiusi in Comune fino all’arrivo delle forze dell’ordine. La parola adesso passa ai giudici.
Fonte “La Sicilia” del 25-04-2013