Continuano gli arresti a seguito della sentenza della Corte di Cassazione per 15 dei 18 presunti esponenti dei clan mafiosi di Bronte che furono arrestati nell’operazione “Gatto selvaggio” e che hanno scelto di essere giudicati con il rito abbreviato. Ieri, alle prime luci dell’alba, infatti, i carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile di Randazzo, coadiuvati da quelli della Stazione di Bronte e dai militari del “Norm” di Modica, hanno arrestato: Vincenzo Sciacca, 53 anni, che dovrà scontare la pena di anni 4 e mesi 8 di reclusione; Fabio Vicario di 44 anni, condannato a un anno e mesi 3 di reclusione; Giuseppe Uccellatore di 31 anni, condannato a 5 anni e 5 mesi di reclusione. Infine, a Giovanni Capace, di 25 anni, è stato notificato l’ordine di carcerazione per 2 anni e 5 mesi, ma non andrà in carcere poiché la pena è sospesa. Gli arresti di ieri notte si aggiungono a quelli di Giuseppe Longhitano di 44 anni e Benedetto Fazio di 52 anni, eseguiti appena una settimana fa, che dovranno scontare rispettivamente pene detentive di 6 anni e 10 mesi e 5 anni e 11 mesi. Entrambi si trovano già al carcere catanese di Bicocca. Per gli altri 9 condannati della Corte di Cassazione, probabilmente nei prossimi giorni arriveranno le ordinanze di carcerazione. L’operazione “Gatto selvaggio” il 14 febbraio del 2011 ebbe il merito di sgominare la cosiddetta “Mafia di Bronte”. I carabinieri di Randazzo indagarono per mesi fino ad avere un quadro delle attività criminali che si svolgevano nel territorio di Bronte. Il clan era ben organizzato, aveva ramificazioni anche nelle Marche, in Lombardia ed in Toscana ed era specializzato in spaccio di sostanze stupefacenti ed estorsioni. A Bronte, infatti, gravitavano gli interessi di due gruppi criminali: quello guidato da Francesco Montagno Bozzone, vicino ai “Carcagnusi” di Santo Mazzei e quello di Turi Catania, fedelissimi al clan Santapaola – Ercolano. Fra loro non c’era pace, anzi più volte i vari esponenti sono arrivati allo scontro per imporre il controllo del territorio. La rivalità culminò il 22 febbraio del 2007 con il terzo tentativo di omicidio di Francesco Montagno appena scarcerato, organizzato dai rivali per vendetta. L’inchiesta, inoltre, svelò un importante traffico di sostanze stupefacenti, che aveva le basi persino in Lombardia e Toscana, regioni dalle quali alcuni degli affiliati facevano partire verso Bronte svariati quantitativi di cocaina. Diversi i sequestri effettuati dai carabinieri; il più consistente fu operato nell’agosto del 2007, quando l’Arma sequestrò un carico di 270 grammi di cocaina nascosta nel serbatoio di un Bmw preso a noleggio. Nel corso delle indagini furono sequestrate armi, un motociclo rubato e dei caschi integrali utili per gli agguati. Infine fu fatta luce anche su una estorsione ai danni di una sala giochi di Bronte.
L.S. Fonte “La Sicilia” del 10-03-2015
L’ELENCO DEI CONDANNATI
L’operazione “Gatto selvaggio” non ha soltanto liberato Bronte da una organizzazione criminale, ma ha dimostrato come la Giustizia alla fine trionfi ed i colpevoli finiscono in carcere relativamente presto. L’operazione è stata effettuata il 14 febbraio del 2011. A distanza di 4 anni sono arrivati i giudizi definitivi, grazie anche ad un impianto accusatorio formulato dai carabinieri che si è rivelato inespugnabile. Sono due le assoluzioni: quelle di Claudio Reale ed Antonino Triscari, gli altri tutti condannati. Ecco l’elenco. I condannati sono: Gabriele Bellitto Grillo. Emanuele Bonfiglio, Gabriele Destro, Benedetto Fazio, Giuseppe Longhitano, Vincenzo Sciacca, Nunzio Spanò, Giuseppe Uccellatore, Fabio Vicario, Giovanni Capace, Nunzio Galvagno, Davide Gambino e Luca Lo Foco. Sei di questi sono già in carcere. Inoltre i Giudici hanno decretato l’interdizione temporanea dei pubblici uffici per 5 anni nei confronti di Antonino Russo, Vincenzo Sciacca e Nunzio Spanò.
Sciacca Vincenzo