Ci sarebbe l’intenzione da parte dell’Asp 3 di Catania di non trasferire gli ambulatori del Distretto sanitario durante i lavori per la realizzazione della Casa di comunità di Bronte. Ne dà notizia l’avvocato Giuseppe Gullotta dell’Associazione Aiace che in una nota ci scrive: «A seguito della netta opposizione da parte della Comunità di Bronte allo spostamento temporaneo degli ambulatori del Distretto sanitario verso altri comuni come Randazzo, Maletto e Maniace, è importante riconoscere la sensibilità dimostrata dall’Asp di Catania. Con la delibera n. 1.278, infatti, l’Asp ha manifestato l’intenzione di trovare locali in affitto a Bronte per spostare temporaneamente gli ambulatori, a causa dei lavori necessari per la creazione della casa di comunità. Questo consentirebbe di mantenere gli ambulatori a Bronte anziché trasferirli nei comuni vicini». Il problema era scoppiato a metà luglio, quando dovendo l’Asp realizzare la nuova Casa di comunità nei locali di viale Catania dove sono sempre stati allocati gli ambulatori, ha annunciato il rischio che questi venissero temporaneamente trasferiti altrove. Ed essendo gli ambulatori al servizio non solo del Comune di Bronte, ma dell’intero Distretto sanitario che abbraccia anche i Comuni di Randazzo, Maletto e Maniace, il rischio che questi venissero trasferiti in questi in questi paesi era alto. Per questo la decisione dell’Asp di cercare locali nella Città del pistacchio suona per i brontesi come una vittoria, ottenuta grazie alla grande sinergia fra società civile è l’Amministrazione comunale guidata da sindaco Pino Firrarello.
«La nostra associazione – infatti continua a scrivere Gullotta – sollevando il problema ha trovato ampio sostegno nella Comunità, che si è opposta fermamente allo spostamento. È doveroso riconoscere l’impegno dell’Amministrazione comunale, del sindaco, del vicesindaco e di tutte le autorità locali, che hanno preso una posizione chiara contro qualsiasi trasferimento degli ambulatori». Per Gullotta però la “partita” per il potenziamento dei servizi sanitari a Bronte è ancora tutta da giocare. A suo dire, infatti, la costruenda Casa di Comunità non risolverà i problemi. «Laddove sono già state inaugurate da tempo – infatti aggiunge – non sono mai divenute realtà operative a causa della carenza di medici specialisti e della disponibilità dei medici di medicina generale. Temiamo quindi che la Casa di comunità, una volta completati i lavori, possa diventare una “cattedrale nel deserto. Per questo – continua – la sua realizzazione può essere accettata a condizione che non si perda, nemmeno temporaneamente, il servizio degli ambulatori. Questi devono rimanere a Bronte durante la costruzione della casa di comunità, adottando qualunque soluzione possibile, sia che si tratti di mantenere tutto in un’unica sede o in più sedi». «Continueremo a vigilare con attenzione, – conclude – consapevoli che la nostra area, già penalizzata dal declassamento dell’ospedale, non può permettersi di perdere, anche temporaneamente, gli ambulatori». Fonte “La Sicilia” del 27-08-2024