Immaginate di avere una mappa digitale che individua i punti luce della pubblica illuminazione di una città. Immaginate poi che questa sia in grado non solo di geolocalizzare l’impianto, ma di fornirci le sue caratteristiche (se a led, alogeno, vapori di sodio) e se funziona. Un lavoro del genere sarebbe utile ai gestori degli impianti per programmare gli interventi di manutenzione ed intervenire in tempo reale in caso di guasti. Anche se oggi con gli smartphone nulla è impossibile, si tratta comunque di un lavoro lungo e costoso che in pochi hanno realizzato. Una lacuna che per i Comuni del versante nord ovest dell’Etna, ovvero Bronte, Maletto, Randazzo, Maniace, Cesarò e Santa Domenica Vittoria, stanno tentando di colmare gli allievi della sezione Cat (Costruzione ambiente e territorio) dell’Istituto Benedetto Radice di Bronte, insieme con i ragazzi della scuola media di Bronte. Se in questi giorni, infatti, anche in tarda serata, vedete flotte di studenti che appoggiano smartphone ai pali della pubblica illuminazione, non stupitevi: stanno effettuano il primo censimento della rete elettrica pubblica. «Stiamo geo referenziando tutti i “pali” della pubblica illuminazione. – ci dicono Paola ed Aurora della IV Cat del Radice di Bronte – Individuato il punto luce noi attraverso il software ed uno smartphone, rileviamo la sua posizione Gps e la salviamo nel sistema generale (Gis). Da quel momento chiunque acceda al sistema saprà tutto sul quel punto luce.
Un lavoro che noi regaleremo con piacere ai Comuni. Sarà base perfetta per tutti gli altri progetti che possono derivarne». E ad accompagnare i ragazzi i docenti tutor dell’attività, gli ingegneri Salvatore Di Dio Romano, Ugo Modica e anche il vice sindaco Gaetano Messina: «Un lavoro che li ha entusiasmati – afferma Messina – che li renderà abili in questa pratica e che darà un grande servizio alla collettività». Il progetto prevede anche lezioni in aula magna tenute dai docenti accompagnatori e dai docenti Concetta Falanga e Franco Zingali, con i ragazzi che contano di finire il lavoro entro l’anno. Fonte “La Sicilia” del 28-11-2019