Chi non ricorda quanto fosse bella l’ora di educazione fisica. Quasi sempre alla fine della giornata, permetteva di sgranchirsi un po’ le gambe dopo 4 ore sui libri, esaminando circuiti o analizzando “Il mito della caverna” di Platone. Ma soprattutto, importante almeno quanto le altre materie, l’educazione fisica permetteva di sviluppare lo spirito di gruppo, insegnava il senso della competizione e faceva nascere sane rivalità sportive. Quando c’era educazione fisica difficilmente ci si assentava e tutti avrebbero difeso quest’ora a denti stretti. Non sono diversi da noi gli attuali studenti del Liceo classico e dell’Artistico “Capizzi” di Bronte che, privati momentaneamente dell’ora pratica di educazione fisica, ieri mattina hanno addirittura deciso di scioperare e di proseguire la protesta ad oltranza con l’auto gestione: «Frequento l’ultimo anno di Liceo – dice una ragazza in nome dell’intero Istituto – e ci siamo astenuti dalle lezioni perché la dirigente scolastica ci ha tolto l’ora di educazione fisica». Da dire che i ragazzi non essendoci all’interno del Collegio Capizzi, storica sede del Liceo, spazio per una palestra, da sempre fanno ginnastica nel Palazzetto dello sport del Comune che raggiungono a piedi accompagnati dai docenti. «La preside – continuano i ragazzi – ci aveva promesso un autobus, sostenendo che sia pericoloso raggiungere a piedi il Palazzetto. Per noi va bene ma non riteniamo giusto che fino a quando l’autobus non ci sarà l’ora di educazione fisica venga abolita». C’è da dire che l’astensione dalle lezioni, come un’autogestione poco didattica, non è consigliabile per gli studenti, che non apprendendo prima di tutto fanno male a loro stessi. Ci sono anche altri modi meno dannosi per rivendicare i propri diritti che la dirigente, Grazia Emmanuele ci dice di non voler privare: «L’attività motoria pratica – dice – è stata solo momentaneamente sospesa in attesa di trovare palestre più vicine per gli studenti. Ho già ottenuto – conclude – la disponibilità dei colleghi della scuola elementare e media».
Gaetano Guidotto Fonte “La Sicilia” del 20-11-2013