Grazie ai fondi del Pnrr, quando piove insistentemente, niente più fiumi d’acqua in via Messina, ovvero il tratto della Ss 284 all’interno dell’abitato di Bronte. Il Comune, infatti, ha ottenuto un finanziamento di 2 milioni e mezzo di euro presentando un progetto a valere sulle risorse del Piano nazionale ripresa resilienza per realizzare parte di un nuovo canalone fognario e aumentare la capacità di quello esistente. Tutto per convogliare al meglio le acque piovane ed evitare che l’asfalto di via Messina diventi la sede di un vero e proprio torrente. A darne notizia è il sindaco Pino Firrarello, soddisfatto per essere prossimo a risolvere un problema che ha sempre assillato residenti e soprattutto gli automobilisti. «Alzi la mano –infatti afferma il sindaco – chi, ogni volta che è venuto giù un forte acquazzone, non ha avuto timore di affrontare in auto la salita di via Messina in direzione di Randazzo. La storia, infatti, ci insegna che la circolazione è messa a dura prova, insieme alla funzionalità dell’attuale rete fognaria e ci insegna che spesso i tombini saltano, richiedendo interventi d’urgenza. «Negli anni – continua – sono stati realizzati degli interventi, ma sono risultati insufficienti perché quando piove su via Messina convogliano le acque piovane di parte del quartiere Borgonuovo che poi rovinosamente scendono verso il centro».
E la soluzione l’Ufficio tecnico del Comune l’ha sempre individuata, ovvero realizzare un grosso canalone fognario in grado di captare le acque da contrada Rivoglia, passando da Borgonuovo, per poi dirigersi verso il depuratore liberando le strade del centro storico. Realizzarlo però non è stato mai semplice. I fondi del Pnrr lo consentono. Per questo motivo i responsabili dell’Ufficio tecnico, ing. Salvatore Caudullo ed il geometra Nino Saitta sono pronti a completare l’iter burocratico e permettere al Comune di incamerare le somme già assegnate. «Il Pnrr – aggiunge Firrarello – è un’opportunità che i Comuni non possono perdere. Noi abbiamo già avuto approvato diversi progetti. Questi ulteriori 2 milioni e mezzo di euro aggiungono valore all’elenco di opere finanziate perché ci permettono di aggredire e risolvere un problema fino ad oggi considerato irrisolvibile». Fonte “La Sicilia” del 19-08-2023