Il servizio di refezione scolastica, aggiudicata provvisoriamente il 31 gennaio scorso a una società di Belpasso, continuerà a essere effettuato dalla società brontese che lo ha gestito in passato sino alla fine dell’anno scolastico. Il Comune di Bronte, infatti, ha emesso un provvedimento di diniego alla proposta di aggiudicazione da parte della Cuc (Centrale unica di committenza), rilevando motivi di esclusione nella documentazione presentata dalla ditta di Belpasso. Subito dopo l’aggiudicazione, con le mamme che protestavano perché temevano che i pasti dei propri figli, provenendo da Belpasso, arrivassero inscatolati come quelli degli ospedali, il Comune di Bronte ha fatto scattare dei controlli. La società di Bronte, che aveva partecipato al bando, senza ovviamente aggiudicarselo, infatti, aveva presentato un ricorso, sostenendo che il centro di cottura della ditta vincitrice si trovasse a una distanza superiore dei 30 chilometri richiesti dal bando. Alla fine però non sono stati i chilometri a far pendere la bilancia verso la società brontese. «Attraverso l’esame della documentazione – si legge nella determina del Rup del Comune – trasmessa alla Cuc di Pedara, è stato accertato che la società di Belpasso non ha dichiarato di possedere la capacità economica e finanziaria prevista nel bando. Di conseguenza, non si può procedere all’aggiudicazione definitiva». «Ribadisco – commenta il primo cittadino Calanna – il sindaco per legge è estraneo alla fase delle gare d’appalto, ma se i miei uffici hanno ritenuto di dover assumere questa decisione, hanno tutta la mia approvazione. Il Rup del Comune è un avvocato, ritengo quindi che abbia esaminato il caso con responsabilità e dovizia». Intanto le mamme tirano tutte un sospiro di sollievo. Quando hanno saputo che alla mensa sarebbero arrivato piatti confezionati hanno chiesto l’intervento del sindaco. «Le mamme sappiano – conclude il sindaco – che al di là di chi sia e da dove provenga la società che si aggiudica l’appalto, noi vigileremo sempre sulle legalità degli atti a sulla bontà e salubrità dei cibi che vengono distribuiti ai nostri figli». Fonte “La Sicilia” del 18-03-2018