“Tutti siamo d’accordo sulla necessità di razionalizzare le spese nella sanità siciliana, ma nessun piano di rientro potrà mai penalizzare i servizi, o, peggio, chiudere un ospedale di montagna come quello di Bronte”. E’ l’appello lanciato all’unisono dai sindaci del vasto comprensorio che ruota attorno alla città del pistacchio e dal presidente della Provincia regionale di Catania, on. Giuseppe Castiglione, che hanno partecipato al convegno sul tema “Riforma sanitaria e prospettive per l’ospedale di Bronte” organizzato dal Centro studi “Nicola Spedalieri”. A introdurre i lavori è stato l’avvocato Graziano Calanna, presidente del Centro studi, al quale abbiamo chiesto se l’ospedale di Bronte rischia di essere ridimensionato: “Questo è il nostro timore – spiega il presidente – ci incoraggia, comunque, la forte presa di posizione dei massimi vertici istituzionali, come il presidente della Provincia e i sindaci del territorio, con in testa il senatore Pino Firrarello, che hanno assicurato il loro impegno affinchè questo irrazionale piano di rientro non penalizzi il nostro ospedale”. All’incontro hanno partecipato i primi cittadini di Santa Domenica Vittoria, Randazzo, Maletto, Maniace, Bronte, Cesarò e San Teodoro. Con loro il dott. Rosario Cutrì, segretario regionale Anaao Assomed, ed il dott. Salvatore Gullotta. “Quando si parlò di riforma sanitaria per la prima volta – ha dichiarato Firrarello – noi siamo rimasti increduli su una proposta che consideravamo senza senso. Ci fu risposto che assecondava la richiesta dei ministeri dell’Economia e della Sanità, che invece non hanno mai chiesto di ridurre di 5700 i posti letto negli ospedali, ma soltanto 2575, come concordato dall’ex assessore La Galla con il governo Prodi”. “Il piano di rientro è utile alla Sicilia – ha concluso il presidente Castiglione – ma chiediamo di poter ragionare affinchè si riduca la spesa senza penalizzare i servizi. Per questo chiediamo un tavolo di confronto”.
Fonte “La Sicilia” del 18-12-2008