“Parlate della mafia. Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene.” Nella volontà di dare seguito al monito di Paolo Borsellino e di promuovere la cultura della legalità, l’Istituto comprensivo “Mazzini-Castiglione” di Bronte ha ospitato il Capo del Centro Direzione Investigativa Antimafia, Dott. Giuseppe Emiddio, che ha tenuto un importante incontro sul contrasto alle organizzazioni criminose per le classi seconde e terze della scuola secondaria di primo grado. Esperto investigatore della Polizia di Stato, che annovera nel suo prestigioso curriculum una significativa collaborazione con il magistrato anti ndrangheta Nicola Gratteri, l’illustre relatore ha ricostruito la storia della DIA, la cui costituzione è fortemente legata all’intensificarsi della lotta alla mafia voluta da Giovanni Falcone, sottolineando i compiti istituzionali di questo organismo interforze che comprende la Polizia di Stato, l’Arma dei Carabinieri e la Guardia di Finanza, impegnati nell’obiettivo comune di combattere il crimine organizzato attraverso investigazioni preventive, investigazioni giudiziarie e relazioni internazionali ai fini investigativi. Riconducendo al vissuto degli alunni il concetto di legalità, il Dott. Emiddio ha sottolineato l’importanza del rispetto delle regole al fine di esercitare una cittadinanza piena e consapevole e ha posto l’accento sul ruolo fondamentale della cultura, dello studio e della scuola per emanciparsi dal rischio di incorrere in fenomeni di illegalità. Numerose sono state le domande rivolte al relatore dagli alunni che hanno dimostrato grande interesse per i temi trattati, dai quali sono scaturiti molteplici spunti di riflessione, tra gli altri il ruolo della tecnologia nel contrastare la criminalità, la necessità di dotare gli inquirenti di strumenti più efficaci e di avere una legislazione in grado di perseguire le organizzazioni mafiose.
Nel concludere un incontro di così grande valore formativo, la Dirigente scolastica, Prof.ssa Alfina D’Orto, ha richiamato alla memoria l’alta lezione civile e morale di Borsellino, per il quale “se la gioventù le negherà il consenso, anche l’onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo”, affidando agli alunni il compito di diventare protagonisti della democrazia e della legalità attraverso il rispetto delle regole e la partecipazione alla vita civile, sociale, politica ed economica dello Stato. La scuola, dunque, è l’agenzia preposta a favorire quel cambiamento culturale della società che porterà all’eliminazione dei fenomeni di illegalità poiché, come ricorda Gesualdo Bufalino, “la mafia sarà sconfitta da un esercito di maestre elementari”.