Le camere private del Castello Nelson di Bronte, che ci raccontano la lussureggiante vita del tempo, mostrando quadri e cimeli preziosi che appartennero ai discendenti del duca Orazio Nelson, tornano ad essere visitati dai turisti. E’ durata pochi mesi la chiusura al pubblico della cosiddetta «ala nobile» del Castello, dove è possibile visitare quella che un tempo era la residenza ducale. Il sindaco, Pino Firrarello, ha firmato l’ordinanza di riapertura dei locali chiusi a causa di un problema al tetto. «Tre vecchie capriate – dice il capo dell’ufficio tecnico del Comune, Salvatore Caudullo – quella centrale ed altre due laterali, mostravano evidenti segni di instabilità. Non ritengo ci fossero rischi di crolli, ma certo l’agibilità dell’intero immobile era compromessa». Così il sindaco, anche grazie al coinvolgimento della Protezione civile del Comune, con il geometra Angelo Spitaleri, nel marzo scorso, ha firmato l’ordinanza di chiusura al pubblico di questa parte dell’antico Maniero, provvedendo a programmare i lavori necessari. «L’imperativo era intervenire subito – dice il sindaco – e adesso che i tecnici hanno rilevato nuovamente l’idoneità statica dell’intero tetto, i turisti possono tornare ad ammirare le camere che furono dei discendenti dei Nelson». A seguire i lavori, il vicesindaco, Nunzio Saitta, e l’assessore Mario Bonsignore. «Il Castello – dicono – è tornato solido come un tempo. Ma continueremo a verificare la staticità del tetto, per intervenire in tempo. Il Castello è un importante punto di riferimento storico e turistico per l’intero territorio. Rappresenta un angolino di storia inglese in Sicilia che moltissimi, in qualsiasi periodo dell’anno, vogliono visitare. Abbiamo fatto e continueremo a fare il possibile per renderlo sempre fruibile». E a riaprire al pubblico non è solo il primo piano dell’ala nobile. Grazie all’intervento del artista brontese Salvatore Cipolla, anche il museo della pietra lavica potrà essere nuovamente visitato dopo un breve stop. C’era un reperto di una vecchia macina che non poteva essere ammirato perché privo di piedistallo. L’artista lo ha realizzato, calcando le forme della stessa macina e adesso il reperto è tornato ad essere un’attrazione.
L. S. Fonte “La Sicilia” del 15-07-2014