Riuscito sit-in, all’ospedale di Bronte, chiesto dal sindaco Pino Firrarello ai colleghi dei Comuni serviti dall’ospedale. A rispondere all’ap – pello il sindaco di Maniace, Franco Parasiliti, di Cesarò, Katia Ceraldi, il vicesindaco di Maletto Luigi Parrinello, quello di San Teodoro, Rosa Costantino, e gli assessori Enrichetta Giardina di Randazzo, Salvatore Pizzuto, Angelica Prestianni e Maria De Luca di Bronte e diversi consiglieri della zona. Unanime il coro di protesta contro la recente chiusura del punto nascite di Bronte, che serve un bacino di circa 50.000 abitanti, e soprattutto paesi lontani dai grandi centri, con strade e condizioni che renderebbero difficile un trasferimento in urgenza. Una lotta che per il sindaco di Bronte, Pino Firrarello, è appena iniziata, e che dovrà portare a una soluzione definitiva di un problema che si protrae da anni senza mai trovare la soluzione. «Questa non è una protesta – ha dichiarato Firrarello – ma solo una presenza per ribadire che non accettiamo le scelte della Sanità della Regione siciliana e della Provincia. Nei grandi ospedali il personale non manca, anzi spesso è in esubero, nel nostro invece manca il 50% dei medici in organico e il 30% di infermieri. La nostra colpa è stata di non aver fatto le barricate quando hanno iniziato a trasferire i medici in servizio senza mandare sostituti. Già c’era stato un tentativo di chiusura due anni fa, perché i locali non erano adeguati, furono fatti i lavori necessari, realizzato un “punto nascita” modello e questo oggi è il risultato. Le soluzioni da adottare le diciamo da tempo, reclutare medici stranieri, come già fatto in Calabria o in altre Asp, o mettere in servizio gli specializzandi dopo il secondo anno, come aveva previsto il rettore dell’Università di Catania, ma evidentemente i fatti non seguono le parole. Non ci sono più guide serie nella sanità di Catania, con gli stessi problemi che attanagliano Bronte, Militello, Giarre ed altri ospedali della Provincia».
«Mia figlia ha avuto problemi all’ottavo mese di gravidanza – replica l’assessore Angelica Prestianni –è venuta in ospedale e hanno dovuto fare un taglio cesareo d’urgenza, se non si interveniva subito non so se sarei nonna». «Sono qui per portare il supporto dei cittadini di Cesarò –dichiara Katia Ceraldi, sindaco del piccolo Comune – noi apparteniamo alla provincia di Messina, ma l’ospedale di Bronte è il posto più vicino e che spesso ha salvato vite umane tra i miei cittadini, tanto che abbiamo chiesto di passare all’asp di Catania perché è impossibile per noi fare decine di chilometri per avere assistenza o controlli». Sulla stessa lunghezza d’onda anche i rappresentanti di Maniace, Maletto e San Teodoro.
«La politica ha portato al ridimensionamento dell’ospedale di Bronte, e mentre noi scompariamo, altri ospedali più vicini a Catania o ad altri nosocomi vengono puntualmente potenziati – dichiara il presidente del Comitato pro ospedale Biagio Venia –è inutile continuare a fare passerelle davanti all’ospedale, dopo 12 anni i risultati sono questi, bisogna spostare la protesta nei luoghi della politica, in particolare a Palermo». «Abbiamo previsto un’ambulanza con Ostetrica sempre presente per ridurre i disagi» –dichiara il dott. Antonino Rapisarda, direttore sanitario dell’Asp di Catania. Note di sostegno contro la chiusura del punto nascita di Bronte sono arrivati anche dal deputato nazionale Francesco Ciancitto, dal deputato regionale Giuseppe Zitelli, entrambi di Fratelli d’Italia, e dal segretario generale della Cgil di Catania, Carmelo De Caudo. Luigi Saitta Fonte “La Sicilia” del 04-07-2023
Se chiudete l’ospedale di Bronte, siamo rovinati. Ad esempio per chi viene da Randazzo – Maletto – Maniace ecc…, come deve fare se c’è un emergenza, arrivare fino a Catania e nel frattempo si aggrava o muore. Non dovete chiudere questo ospedale é la nostra salvezza, non ci abbandonate!!!