La scena è la stessa già vista 6 anni fa. I rigogliosi frutteti di Bronte posti sulla sponda del fiume Simeto sono stati praticamente distrutti da una piena improvvisa del fiume, che intorno le 3 del mattino di domenica scorsa non ha lasciato scampo. L’intero territorio tra contrada Barbaro ed il ponte di Pietrarossa è stato devastato dalla furia delle acque, distruggendo aziende e trascinando detriti di ogni tipo. Gli agricoltori ci hanno pensato un po’ prima di protestare. Ma ieri mattina si sono decisi ed hanno aperto i cancelli delle loro aziende alla Protezione civile del Comune. A verificare i danni assieme ad Angelo Spitaleri, geometra del Comune, è andato pure il vice sindaco Nunzio Saitta che ha raccolto le testimonianze di quella notte, ma anche la rabbia degli agricoltori che puntano il dito contro la gestione delle diga Ancipa sita a monte del torrente Troina, affluente del Simeto. «Il fiume si è ingrossato alle 3 di notte – dice Sebastiano Scurria che sulle rive del Simeto produce pesche – ed è stato un inferno. La piena è arrivata improvvisa e questo si può spiegare solo con l’apertura delle paratie della diga di Ancipa». «Nel 2009 la mia azienda è stata distrutta. – ci dice Anche Antonino Basile – vivo questi territori da circa 50 anni ed il guado del fiume è in grado di sopportare le piene provocate dal maltempo, ma quando la diga scarica l’acqua no». «Pensate che il fiume – racconta Salvatore Incognito che ha un frutteto in riva al fiume – dopo essere straripato è riuscito a strappare parecchi metri della mia recinzione, divorando diversi alberi». «Già domenica abbiamo capito che le acque del fiume si erano alzate eccessivamente. – ci dice il vice sindaco Nunzio Saitta – strano che il fiume abbia straripato la notte fra sabato e domenica quando il pre allerta meteo della Protezione civile segnalava pioggia insistente per l’indomani. Qui i problema è che bisogna ripulire l’alveo del fiume e costruirgli gli argini, ma non credo che pretendiamo la luna se chiediamo di sapere quando e perché le paratie della diga si aprono». Duro anche il sindaco Pino Firrarello: «Gli agricoltori hanno ragione – afferma – la piena è stata troppo anomala rispetto alle condizioni meteo di quella notte. L’unica soluzione logica è lo scarico di acqua dalla diga».
L. S. Fonte “La Sicilia” del 26-02-2015
L’ENEL RESPINGE OGNI ADDEBITO
La diga di Ancipa fu costruita nel 1952 sui Nebrodi a 5 chilometri dal Comune di Troina. Forma un imponente sbarramento sul torrente Troina allo scopo di produrre energia elettrica. L’attuale gestore è l’Enel spa che però sull’esondazione improvvisa del Simeto a Bronte di domenica mattina respinge ogni addebito: «Noi alla diga di Ancipa – ci dice l’ingegnere Girolamo Andrea Cicero, responsabile di Enel Sicilia – non abbiamo ancora aperto le paratie. Abbiamo soltanto effettuato delle manovre di esercizio, che in gergo si chiamano “cacciate”. Si tratta del rilascio di una modesta quantità di acqua (5 metri cubi di acqua al secondo) per alcuni minuti per preparare l’alveo del fiume ad un possibile scarico vero e proprio della diga che però, ribadisco, non è avvenuto». L’ing. Cicero ribadisce che le “cacciate” non sono pericolose: «Le quantità d’acqua rilasciate sono così modeste che non abbiamo neanche l’obbligo di comunicarlo agli enti competenti». C’è un altro aspetto che però va preso in considerazione: «Enel – ci dice subito l’ing. Cicero – nella gestione della diga rispetta un preciso protocollo di Protezione civile che, in occasione del maltempo quando il livello dell’acqua della diga si alza, ci impone di immettere direttamente nel fiume, senza farla passare dalla diga, l’acqua del canale che chiamiamo “Allacciante Ancipa”. Ma si tratta – conclude – di acqua naturale che arriva dal fiume, non certo della diga».
L. S. Fonte “La Sicilia” del 26-02-2015