Anche quest’anno le bellissime opere d’arte della collezione del prof. Nunzio Sciavarrello hanno fatto da cornice alla presentazione alla stampa della Sagra del Pistacchio di Bronte, giunta all’edizione numero 24. Il taglio del nastro è previsto oggi alle ore 18 all’inizio del viale Catania, con la festa rimarrà viva per 2 weekend, dal 27 al 29 settembre e dal 4 al 6 ottobre. Ad accogliere i giornalisti l’intera Giunta municipale di Bronte, guidata dal sindaco Pino Firrarello e composta dagli assessori Melo Salvia, Mario Bonsignore, Maria De Luca e Biagio Petralia. Tante le novità. La prima è il connubio fra pistacchio e turismo. «Quest’anno – ha affermato l’assessore Mario Bonsignore – abbiamo pubblicato una piccola guida turistica che illustra parte dei beni storici e culturali di Bronte, con l’obiettivo di assecondare le esigenze del turista che così, oltre ad assaggiare il pistacchio, avrà la possibilità di conoscere quanto di bello offre Bronte». E se gli assessori Maria De Luca e Biagio Petralia hanno illustrato gli eventi all’interno della Sagra come la manifestazione “La scuola scende in piazza”, le estemporanee di pittura e la valenza di questa attesissima manifestazione, l’assessore Melo Salvia, in qualità di organizzatore dell’evento, ha illustrato il programma: «Pur con l’obiettivo di contenere le spese, le serate della sagra saranno allietate da gruppi di importanza nazionale e da una serie di eventi in linea con standard che questa festa ha raggiunto. Una delle novità è sicuramente la “Notte bianca al pistacchio” che fra sabato 5 ottobre e domenica 6 ci farà dormire pochissimo. Artisti, giocolieri e danzatori si esibiranno fino alle 2,30 e gli stand rimarranno aperti per continuare ad offrire le tante leccornie al pistacchio. Ringrazio l’ufficio sagra – ha concluso – composto da Patrizia Orefice e Nino Minio». Per Firrarello è bene che la sagra sia la festa dei produttori brontesi: «Abbiamo l’obbligo – ha subito affermato – di valorizzare e difendere un frutto che per bontà, caratteristiche organolettiche e duttilità nell’utilizzo è unico. Pensate che l’ho trovato nelle Alpi svizzere. Valorizzarlo per farlo conoscere ancor di più e difenderlo dalla contraffazione e dalla sofisticazione. I pistacchi nel mondo sono diversi – ha continuato Firrarello – ma uno solo è il più buono fra tutti, ovvero quello verde di Bronte che è bene i produttori tornino a raccogliere direttamente senza svenderlo addirittura sulla pianta. Si metteranno così al riparo anche dalle speculazioni».
Fonte “La Sicilia” del 27-09-2013