Il pistacchio iraniano sequestrato dai carabinieri del Nas a Bronte a fine gennaio, non era tossico. Lo dice chiaramente il rapporto del Comando carabinieri per la Tutela della Salute del nucleo Antisofisticazioni e Sanità di Catania che, dopo aver effettuato le analisi nel laboratorio agroalimentare ed ambientale dell’Ente sviluppo agricolo di Catania, ha certificato l’assenza di aflatossine, ovvero di quelle sostanze tossiche prodotte dalle muffe. Per l’intero comparto di Bronte un sospiro di sollievo: la salute pubblica non è stata messa a repentaglio, con i commercianti che rassicurano anche sul fatto che nessuno ha mai venduto pistacchio estero spacciandolo per brontese. “Il pistacchio di Bronte è certamente più buono e più costoso, – ci dicono alcuni commercianti – e spesso le grosse aziende che producono dolci ed insaccati, sia italiane e sia estere, oltre al nostro pistacchio ci chiedono anche quantitativi di pistacchio estero che noi vendiamo solo per garantire loro un servizio e per agevolare un cliente che altrimenti si rivolgerebbe altrove. Dall’Iran, infatti – continuano – è possibile comprare pistacchi solo a container, quando invece le grosse imprese alimentari ne richiedono quantità di gran lunga minori. Di conseguenza non essendo attrezzate per la conservazione, si rivolgono a noi, sicuri anche della nostra professionalità nella conservazione della frutta secca”. I commercianti assicurano, inoltre, che oggi sarebbe impossibile spacciare pistacchio estero per brontese. Il pasticcere del territorio se ne accorgerebbe subito, esattamente come le grosse aziende alimentari e dolciarie. “Se è così – aggiunge il sindaco Pino Firrarello – aumenteremo i controlli su tutti i carichi di pistacchio che arrivano dall’estero. Perché nel caso in cui fossero tossici non contaminino le pregiate produzioni locali. Sono contento dell’epilogo positivo della vicenda, ma continueremo a chiedere ai commercianti di utilizzare magazzini distinti per il pistacchio estero e quello nostro”. Intanto, in questi giorni, si sono svolti diversi incontri dove il sindaco e l’assessore Elio D’Acquino si sono confrontati con i commercianti di pistacchio, chiedendo prima di ogni cosa trasparenza. “Bronte, – afferma il vice sindaco Nunzio Calanna – è il maggior centro siciliano di produzione e trasformazione del pistacchio, non si identifica con una o più aziende, ma con uno standard qualitativo ormai unanimemente riconosciuto ed apprezzato. Noi faremp il possibile per valorizzarlo sempre più, di contro però chiederemo la massima trasparenza”. Soddisfazione per gli esiti degli esami anche dalla società civile. Il presidente del Centro Studi “Spedalieri” Graziano Calanna in una nota scrive: “Giusti i controlli ed importante la collaborazione dei commercianti. Tiriamo tutti un sospiro di sollievo, ci adopereremo per tutelare ed affermare il pregio del pistacchio brontese”.
Fonte “La Sicilia” del 10-02-2009