«E se trasferissimo il “Punto di primo intervento” in un luogo adiacente al Pronto soccorso dell’ospedale di Bronte, potrebbe garantire aiuto ai pazienti meno gravi, evitando che al Pronto soccorso si formino le solite lunghe code». È la proposta del responsabile zonale del “Centro studi azione sviluppo locale”, avv. Giuseppe Gullotta, che ha inviato una lettera al direttore generale dell’Asp 3, Giuseppe Giammanco, proponendogli di trasferire il servizio oggi ubicato presso il Poliambulatorio di viale Catania, direttamente nell’ospedale Castiglione Prestianni. «I lunghi tempi di attesa al Pronto soccorso dell’ospedale di Bronte, – spiega Gullotta – possono essere risolti attraverso le linee guida emanate dall’assessore regionale alla Salute pro tempore, ai sensi dell’articolo 12 comma 8 della legge regionale n. 5 del 2009. In particolare, – continua a spiegare – le citate linee guida, conferiscono territorialmente facoltà alle Asp di prevedere ambulatori denominati “Punto di primo intervento”, oltre che sul territorio anche accanto al Pronto soccorso al fine di decongestionare il lavoro e quindi i tempi di attesa del Pronto soccorso medesimo. I codici bianchi e i codici verdi sono dal punto di vista del urgenza interventi di modesta entità. Per questa ragione, ho proposto al direttore generale dell’Asp 3 Catania, dott. Giuseppe Giammanco e al direttore del distretto sanitario di Bronte, dott. Vito D’Urso di trasferire ai sensi di questa legge, l’ambulatorio per il trattamento dei codici bianchi e verdi. Punto di primo intervento dai locali del Pta di Bronte ex locali Inam al Pronto soccorso dell’ospedale». I “Punti di primo intervento”, conosciuti anche come “Ppi”, infatti, sono strutture che dispongono di competenze cliniche e strumentali adeguate a fronteggiare e stabilizzare, temporaneamente, le emergenze fino alla loro attribuzione al Pronto aoccorso dell’ospedale di riferimento. La loro attivazione dovrebbe permettere una razionalizzazione degli accessi nei Pronto soccorso, ma a Bronte, essendo ubicato lontano dall’ospedale dove solitamente i pazienti chiedono aiuto, è difficile che funga a questo scopo. «Si potrebbe migliorare il servizio di emergenza senza costi aggiuntivi. – conclude Gullotta – speriamo che l’Asp raccolga il suggerimento». N. P. Fonte “La Sicilia” del 16-05-2018