Vertice, ieri mattina in Comune a Bronte, per affrontare il difficile problema della famiglia dell’impiegato di banca di 44 anni, che il 3 dicembre scorso è salito sul tetto della terrazza al secondo piano della sua abitazione, al civico 87 di via Etna e ha minacciato di lanciarsi nel vuoto. Lo ha convocato il sindaco di Bronte, Graziano Calanna, per tentare di accelerare un iter iniziato circa 20 mesi fa e non ancora concluso, alla presenza anche del vicesindaco Gaetano Messina e della Giunta municipale. L’episodio, infatti, ha del paradossale. La famiglia dell’impiegato, infatti, fino al 18 marzo del 2018 viveva tranquillamente nella sua abitazione sita nei pressi della stazione della Circumetnea. Poi un’impresa privata, per conto della Fce, ha sistemato lì vicino una cisterna che, però, perdendo gasolio ha contaminato il terreno, provocando miasmi tossici. Tutta la famiglia è stata costretta ad abbandonare casa. Per un po’ l’impresa si è impegnata a sostenere il costo dell’affitto, poi niente. E così l’uomo constatando i ritardi nel bonificare il terreno contaminato, volendo tornare nella propria casa ha deciso di manifestare in maniera eclatante. E ieri il sindaco Calanna ha convocato una conferenza di servizio invitando la Fce, l’impresa che ha sistemato la cisterna, l’Asp e l’Arpa che devono accertare e certificare le sopraggiunte condizioni abitabilità dell’immobile. Arpa ed Asp non sono intervenute, non potendo partecipare a conferenze di servizio, mentre erano presenti l’impresa e il direttore della Fce, l’ing. Salvatore Fiore, che ha subito portato buone notizie: «L’impresa – ha affermato – metterà in campo tutte le iniziative possibili affinché Asp e Arpa si pronuncino presto sull’abitabilità dell’immobile.
Nel frattempo l’impresa corrisponderà alla famiglia il costo dell’affitto nell’appartamento temporaneo. In caso contrario garantirà Fce». Le notizie meno buone, però riguardano i tempi per stabilire se l’immobile può tornare ad essere abitato. «Ed è quello che dobbiamo tentare di accelerare – ha affermato il sindaco Graziano Calanna –. Dobbiamo garantire a questa famiglia di Bronte il diritto di tornare a casa al più presto». Per questo il sindaco organizzerà presto non una conferenza di servizio, ma un tavolo tecnico invitando Asp e Arpa nel tentativo di creare le giuste sinergie affinché l’impresa realizzi quanto necessario per bonificare il sito e permettere ad Arpa e Asp di certificare la salubrità dell’immobile. «Chiediamo – ha affermato l’avvocato Salvatore Savoca che rappresenta la famiglia – che le indagini vengano realizzate al più presto». Fonte “La Sicilia” del 13-12-2019