Per il turista in visita in Sicilia recarsi a Bronte vuol dire non solo incontrare una cucina particolare al verde pistacchio dop, ma tante tradizioni, il fascino della storia di un popolo che affonda le sue radici nel passato, ed ammirare un patrimonio storico ed architettonico di sicuro rilievo. Chi, infatti, non ha sentito parlare del Castello Nelson. Visitarlo vuol dire poter ammirare numerosi oggetti d’arte, quadri di battaglie navali introvabili altrove ed un ricco giardino che avvolge, come in un’atmosfera incantata, un castello che racconta una pagina di storia inglese che oltre gli imponenti cancelli è certamente padrone di casa. Se fin dal 1173 divenne monastero dei Benedettini, nel XIX secolo diventò dimora residenziale dall’ammiraglio inglese Horatio Nelson. Per questo al suo interno vi sono quadri e stampe, lettere autografe, medaglie, piani di battaglie navali e ordini militari, per non parlare dei mobili che vanno sicuramente visti. Ma se il Castello di Nelson si trova lontano alcuni chilometri da Bronte, il centro abitato è dominato dal Real Collegio Capizzi frutto dei sacrifici e dall’attenzione alla didattica del Venerabile Ignazio Capizzi. Fu fondato nel 1774 e chiunque ne parli, descrive uno dei centri culturali e formativi più importanti dell’isola. Sorse durante il regno di Ferdinando III di Sicilia e IV di Napoli, cioè quando Napoli viveva un periodo di risveglio culturale, permeato da idee illuministiche. Oggi il Collegio Capizzi è sede della biblioteca borbonica con l’archivio di storia patria. Un patrimonio impreziosito delle opere letterarie originarie dell’illustre Nicola Spedalieri e di atlanti geografici di rara bellezza per fattura artistica e conoscenze fisico-politiche del 600 e del 700″. Ma non solo. Il Collegio custodisce i quadri e le opere che il professor Nunzio Sciavarrello, illustre artista brontese, ha collezionato durante il corso della sua attività professionale. Lo fa nella meravigliosa Pinacoteca, sita nei restaurati locali del piano terra. Il corposo nucleo di opere esposte, ci permette di effettuare un significativo exursus artistico dei maestri del 900 ed in particolare ci regala una preziosa testimonianza del panorama siciliano e nazionale fra secondo e nono decennio del ‘900. A Bronte, inoltre, vi sono chiese di pregio. Lungo il corso principale della cittadina ed in pieno centro, si trova la chiesa dedicata a San Giovanni. Recentemente restaurata, in questa chiesa i brontesi votarono in seduta plenaria l’unità d’Italia nel 1860 e conserva opere che hanno non solo un grande valore artistico, ma anche un profondo significato. Ci riferiamo al Crocifisso di autore ignoto, sotto il quale i brontesi di un tempo erano soliti stringere patti. Bellissima la cappella dedicata a Santa Rosalia, il cui interno decorato con stucchi nello stile della scuola Serpottiana, massima espressione dell’arte barocca in Sicilia. Gli appassionati di storia, infine, potranno recarsi a piazza San Vito dove Nino Bixio nel 1860 fucilò i presunti rivoltosi che rivendicavano le terre, “scrivendo” una delle pagine più tristi e controverse dell’impresa garibaldina che, in verità, per anni i libri di storia non hanno raccontato. Infine tutti a pranzo, ad assaggiare il verde pistacchio che i ristoratori brontesi usano con maestria per rendere gustosissimi non solo i dolci, ma anche i primi ed i secondi. Fonte “La Sicilia” del 22-11-2012