Centinaia di ettari di terreno privato e purtroppo anche una grossa fetta di demanio forestale sono andati distrutti ieri a Bronte a causa di un incendio doloso, appiccato volontariamente in 4 punti distanti l’uno dall’altro appositamente per disperdere le forze delle squadre antincendio e limitare l’efficacia del loro intervento. Solo dopo 133 lanci di acqua da parte di 2 canadeir della Protezione civile e 2 elicotteri della Forestale, oltre a 8 ore di incessante lavoro degli uomini di due distaccamenti dei vigili del fuoco e di tutte le squadre antincendio della Guardia Forestale, l’incendio intorno le 19 e 30 è stato domato. Le fiamme sono state appiccate verso le 11, 25 in contrada Acquavena e Machiafava e già alle 13 una fitta colonna di fumo caratterizzava la dorsale meridionale dei Nebrodi. Rendendosi conto delle difficoltà il comandante della guardia forestale di Maniace, commissario della Forestale Alfredo Lo Presti e gli ispettori Nino Galati, Antonino Liuzzo, Piero Mirenda e Giuseppe Basile, coordinati dal centro operativo forestale di Catania, richiedevano l’intervento di tutte le forze a disposizione, temendo che il vento potesse spingere le fiamme fino ai boschi del demanio Cattaino. E infatti così è stato, piano piano il fuoco divorando rovi e sterpaglie si è fatto strada bruciando centinaia di ettari di terreno ed arrivando al demanio, nonostante il lavoro incessante non solo delle squadre antincendio, ma anche dei vigili del fuoco volontari di Maletto e dei professionisti di Adrano. I due canadeir e gli elicotteri in azione hanno continuamente scaricato acqua sui boschi in preda alle fiamme, seguendo le indicazioni delle Guardie forestali. Alla fine, quando la fitta nube di fumo, ha permesso di rendersi conto di quanto terreno di fosse bruciato, in tanti è scoppiato un sentimento di rabbia.
Gaetano Guidotto