Al coro dei tanti che chiedono di innalzare i confini del Parco dell’Etna, si aggiunge adesso anche la voce del consigliere comunale di Bronte, Rosario Lanzafame. “L’appello – dice – è rivolto alla Regione, all’ Ars e soprattutto ai deputati della Commissione regionale Ambiente. Il mio non è certo il tentativo di sottrarre questo territorio alla salvaguardia ambientale, ma è vero anche che i confini del Parco dell’Etna, con tutte le loro restrizioni, non solo arrivano a ridosso dell’abitato, ma in qualche caso includono aree già urbanizzate ed addirittura con insediamenti commerciali. E questo – ribadisce – non solo non ha senso, ma penalizza lo sviluppo”. Il consigliere Lanzafame, inoltre, punta il dito anche contro le limitazioni normative che caratterizzano le attuali zone D del Parco dell’Etna. “Si tratta di aree vicine ai paesi vocate allo sviluppo che, intendiamoci, nessuno intende deturpare dal punto di vista ambientale. Spesso i Consigli comunali approvano insediamenti produttivi nelle zone “D”, previa autorizzazioni del Parco che poi tardano ad arrivare. E se è vero che questo è il momento del “fare” per liberarci dalla crisi, è bene snellire la burocrazia e affidare ai Comuni la gestione delle zone “D”. Per Lanzafame il confine naturale del Parco dell’Etna sono i 1000 metri di altitudine: “Chiederò un Consiglio comunale per discutere questo argomento.
Fonte “La Sicilia” del 10-07-2014