Tra le venti chiese dell’intera provincia catanese appartenenti al Fondo statale degli Edifici di Culto (Fec), la città di Bronte vanta “San Blandano”, patrimonio sacro di immenso valore storico e artistico. La posa della targa Fec, alla presenza del prefetto di Catania Francesca Cannizzo e dell’arcivescovo Salvatore Gristina, è stata molto sentita dall’Amministrazione e dalle forze sociali cittadine, come dimostra il progetto portato avanti dal Rotary Club Aetna Nord Ovest – presieduto da Giacomo Crisci – dal titolo “Valorizziamo un monumento cittadino”. Anche l’Ordine provinciale degli Architetti ha partecipato alla cerimonia con l’intervento del suo presidente Luigi Longhitano: «La chiesa di San Blandano è una concreta dimostrazione di “Riqualificazione Urbana Sacra”: rappresenta uno dei pilastri ideologici su cui poggia l’attività del nostro ente che punta al recupero del patrimonio edilizio ecclesiastico siciliano anche attraverso fondi europei inutilizzati dalla Regione». È stato appena restaurato infatti – dal maestro Francesco Oliveri – l’organo della chiesa: realizzato nel 1762, è tra i più antichi della provincia. Ma la cappella di San Blandano deve il suo prestigio anche per essere, secondo alcuni studi, «la chiesa di Bronte più ricca di reliquie – ha affermato Longhitano – in essa si conservano le ossa di tre martiri, S. Costanzo, S. Innocenzo e S. Blandino. Ma la curiosità è che di S. Blandano o Brentano non esiste né effigie, né altare». Mentre «le opere decorative presenti e particolari costruttivi del tempio rivelano una profonda identità basiliana», come spiegano gli studi del rettore della chiesa mons. Nunzio Galati. «Valorizzare i beni architettonici – hanno detto il vicesindaco Carmelo Salvia e il presidente del Consiglio Salvatore Gullotta – è da sempre uno degli obiettivi prioritari del senatore Firrarello e di tutta l’Amministrazione. Non possiamo che ringraziare il Rotary per il contributo offerto». Presente anche Carmelo Scandura (docente di Organo al Conservatorio di Catania) che ha eseguito alcuni brani.
Fonte “La Sicilia” del 08-07-2012