Arrivano le prime piogge autunnali e ricominciano i problemi sulla Ss 284, recentemente al centro di varie discussioni per gravi incidenti. Ma stavolta a fare discutere non sono gli incidenti, né il fondo stradale, che negli ultimi tempi è stato in gran parte rinnovato, consentendo un transito ottimo, invece di fare slalom tra fondo sconnessi e qualche buca. Ma ora, a tenere in ansia gli automobilisti e anche l’Anas, ente gestore della strada, sono i muri di contenimento, che già in parte hanno subìto degli interventi di manutenzione per limitare i danni. La pioggia incessante, caduta nelle prime ore di ieri, ha infatti fatto crollare un pezzo di muro in zona Fumata, tra Adrano e Bronte, proprio nella corsia di marcia che porta alla città del pistacchio. Per fortuna non sono stati segnalati danni e la squadra di primo intervento ha immediatamente provveduto allo sgombero dei detriti caduti sulla carreggiata e alla segnalazione del pericolo per tutti gli automobilisti con segnali e rete.
A breve dovrebbe essere sistemato questo danno, sperando che non avvenga come nel tratto tra Bronte e Maletto, dove qualche mese fa è successa la stessa cosa, con una parte di muretto, che contiene il terreno soprastante, caduto e ancora oggi, a distanza di qualche mese, con i pannelli segnalatori in loco, che spesso, spostati dal vento, sono anche di intralcio per i mezzi che transitano su quella strada. Infine, sempre in questo tratto, intorno al km 11, nonostante i lavori di ripristino del manto stradale, ancora oggi persiste un pericoloso avvallamento, specie nella corsia che da Bronte porta verso Maletto, che in poco tempo è già diventata problematica. Le auto, anche ad una velocità ridotta, spesso non si accorgono dell’insidia e compiono un salto che compromette sicuramente la stabilità del mezzo. Sul posto, in passato, sono stati fatti dei rilievi geologici con la trivella per capire il tipo di intervento da fare, ma in pieno autunno, quando le piogge o la neve cominciano a cadere sulla zone di montagna, i lavori di questo genere difficilmente possono essere eseguiti proprio per la natura argillosa del terreno che provoca movimenti franosi. LUIGI SAITTA Fonte “La Sicilia” del 13-11-2019