La notizia sarà ufficializzata a giorni, ma nell’ospedale di Bronte è già arrivata la nuova Tac, quella richiesta per anni e attesa per mesi. Si tratta dello strumento che dovrebbe potenziare di gran lunga la capacità diagnostica di un ospedale di montagna al servizio di una popolazione vasta ma, in generale, priva di servizi. Le notizie che giungono è che sarebbe già in funzione da lunedì e che si stanno completando le operazioni di collaudo di parte della strumentazione che non fa parte della Radiologia, ma che sarebbe necessaria per un completo funzionamento della Tac. Spesso, infatti, quando si fanno gli esami con il mezzo di contrasto l’ospedale deve essere pronto nel caso in cui qualcosa vada storto. E la strumentazione che si sta collaudando serve esattamente a questo. Non solo per l’ospedale, ma per l’intero territorio una bella notizia attesa da almeno 10 mesi. Era febbraio del 2020 quando il direttore generale dell’Asp Maurizio Lanza ha approvato la delibera di acquisto della nuova Tac che oggi, finalmente è arrivata in ospedale. La nuova Tac determina un enorme passo in avanti per la diagnostica. La vecchia Tac che spesso si guastava interrompendo il servizio e costringendo i pazienti a trasferte verso gli altri ospedali era a 6 strati. Quella che oggi ha istallato l’Asp è a 64 strati. In termini più semplici, la differenza fra i due strumenti, oltre naturalmente la definizione delle immagini che oggi è certamente migliore, è che con quella nuova i referti si ottengono in un tempo di gran lunga inferiore.
Di conseguenza in futuro non solo a Bronte si potranno effettuare maggiori referti, ma si sottoporranno i pazienti all’effetto delle radiazioni per un tempo di gran lunga minore. Un passo in avanti nell’attesa che altri servizi vengano potenziati. Tutti, infatti, attendono la nuova ambulanza, anch’essa promessa da tempo e tutti attendono l’inaugurazione del nuovo Pronto soccorso. Tutti però attendono anche che l’organico dell’ospedale venga completato dei medici e infermieri necessari per evitare i disagi che quasi sempre in estate si verificano quando i medici godono delle meritate ferie. Fonte “La Sicilia” del 02-12-2020